Poltergeist
Feather Of Truth

2020, Massacre Records
Thrash Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 03/07/20

Dopo tre album in poco meno di un lustro - "Depression" (1989), "Behind My Mask" (1991) e "Nothing Lasts Forever" (1993) -, i Poltergeist si affermarono, all'epoca, quale una delle forze emergenti del thrash, accompagnando in tour formazioni del calibro di DestructionKreatorSodom Tankard. Alla fine del 1993, però, gli svizzeri si separarono: trascorso un decennio, il singer André Grieder e il chitarrista V.O. Pulver iniziarono a discutere dei vecchi tempi e a postare alcune foto sui social media. La reazione dei fan di ogni parte del mondo fu così entusiasta da spingere i membri fondatori prima a riformare il gruppo con dei nuovi innesti, poi, nel 2016, a concretizzare il proprio ritorno sulle scene attraverso "Back To Haunt", rilasciato su Pure Steel Records.
 
A conferma del discreto stato di salute dei confederati, provvede un quinto lavoro, pubblicato dalla storica Massacre che, come è facile immaginare, resta piuttosto lontano dai trend odierni: "Feather Of Truth", oltre il classico teutonic style anni ‘80, compulsa i rotoli sacri della Bay Area e, più spesso, quelli dell'U.S. power metal (specialmente nell'altalenante "The Godz Of The Seven Rays"), con un risultato finale che alla velocità fulminea e spezzacollo aggrega melodie davvero groovy, benché a tratti un pò troppo prevedibili. "Time At Hand", "The Attention Trip", "Phantom Army", "Megalomaniac" e "Thin Blue Line" pompano sangue e adrenalina a go-go, "Saturday Night's Alright For Rockin'" cagiona vertigini slayerane, "The Culling", pur nell'indole furente, suona contagiosa e accattivante. Una nota di merito particolare per la poliedrica "Ambush", costruita su chitarre NWOBHM e ritmiche speed, mentre provoca qualche sbadiglio il freno a mano tirato di "Feather Of Truth", decisamente fuori luogo se consideriamo il taglio complessivo del disco.
 
Tutt'altro che spiriti immateriali, i Poltergeist mazzolano sì di santa ragione, ma sanno anche indirizzare i colpi, riuscendo a toccare le corde nostalgiche di una variopinta pletora di ascoltatori: a "Feather Of Truth", e al suo artwork a metà tra l'Antico Egitto e "American Gods", non si può che dare una calorosa pacca sulla spalla.




01. Time At Hand
02. Saturday Night's Alright For Rockin'
03. Feather Of Truth
04. The Attention Trip
05. Phantom Army
06. The Godz Of The Seven Rays
07. The Culling
08. Megalomaniac
09. Ambush
10. Thin Blue Line

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