Nickelback
Feed The Machine

2017, BMG
Hard Rock

In attesa del tour mondiale previsto per fine anno i Nickelback sono pronti a dimostrare di nuovo ciò di cui sono capaci. Variegato e moderno, "Feed The Machine" è il nuovo passo avanti della band canadese lungo la strada del cambiamento
Recensione di Paolo Stegani - Pubblicata in data: 14/06/17

Tre anni fa "No Fixed Address" sorprese parecchio: il sound moderno che i Nickelback avevano già lasciato intravedere nel precedente "Here And Now" si ripresentava più convinto che mai. Meno convinti furono i fan, per lo meno i nostalgici delle loro schitarrate grunge e più grezze, mentre moltissimi nuovi sostenitori si avvicinarono alla band attirati proprio dalla freschezza delle nuove sonorità. Spinti da una coerenza lodevole, Chad Kroeger e soci continuano questo loro percorso con un attesissimo nuovo album: "Feed The Machine".

 

Il primo singolo omonimo, uscito lo scorso febbraio, affronta il tema scottante della libertà individuale nella società moderna, riprendendo i toni rivoluzionari già gridati a gran voce con il singolo che aveva aperto la strada a "No Fixed Address", ovvero "Edge Of A Revolution". Dal sapore apocalittico, il brano apre le porte ad altre 10 tracce che spaziano fra la speranza e la pura rabbia, tutte accomunate da un' apparente sensazione di angoscia nascosta per bene sotto le parole cantate. La potenza degli arrangiamenti sembra continuare ad essere uno degli elementi imprescindibili dei lavori del gruppo, con riff di una violenza forse irraggiungibile per molte altre band contemporanee. "Must Be Nice" sembra creata apposta per la radio, con un ritornello che è impossibile non ricordare, seguita a ruota da un'altrettanto spinta "For The River", mentre l'anima più sdolcinata (forse troppo, a volte?) di Chad emerge nella non troppo originale "Song Of Fire" e nelle invece coinvolgenti "Home" e "Silent Majority". La quantità enorme di linee melodiche, seconde voci e incisioni necessita di un mixaggio a regola d'arte, cosa per la quale la band canadese si è sempre contraddistinta e che anche questa volta rende giustizia alla tracklist. La vera sopresa arriva verso la fine dell'album con l' ultimo brano "The Betrayal (Act I)", dagli echi medievali che convincono proprio per la loro totale incongruenza con le altre tracce.

 

Che piaccia o meno, i Nickelback hanno già da qualche anno intrapreso un processo di modernizzazione totale, a quanto pare inarrestabile e che non può certo accontentare tutti, ma che sembra essere la strada vincente per restare sulla cresta dell'onda e confermarsi una delle più grandi band del panorama mondiale. "Feed The Machine" è un'importante dimostrazione del fatto che l'importante non è cambiare, bensì cambiare bene.





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