Fever 333
Strenght In Numb333rs

2019, Roadrunner Records/333 Wreckords Crew
Alternative Metal/Rap-Rock

Recensione di Dario Fabbri - Pubblicata in data: 06/02/19

"You're not the only one that feels like the only one"

 

Potenza, ribellione e divertimento: potrebbe essere riassunto così "Strenght In Numb333rs", album d'esordio del trio statunitense Fever333. Il gruppo capitanato da Jason Aaoln Butler prima di questo lavoro aveva all'attivo solo l'EP "Made An America", con il quale aveva colpito gli amanti dell'alternative rock attraverso un'interessante combo di rap, rock, testi pregni di rabbia e protesta e orecchiabilità. Con "Strenght In Numb333rs", la formazione statunitense ha confermato ciò che di buono è stato fatto con l'EP d'esordio e ha ampliato ulteriormente il discorso iniziato ormai un anno fa.

 

Pur presentando un sound particolare, composto da una molteplicità di generi e stili diversi, il disco è palesemente debitore dei primi lavori dei Papa Roach di Jacoby Shaddix e, ancor di più, dei Rage Against The Machine. Per quanto i richiami ai due gruppi siano evidenti, "Strenght In Numb333rs" non è affatto la copia carbone dei lavori di queste formazioni, infatti lo stile dei Fever333 è unico e assolutamente riconoscibile. Volgendo lo sguardo verso i punti forti dell'album, deve essere fatta una menzione speciale ai breakdown potenti e improvvisi e alla varietà delle contaminazioni e delle strutture dei brani mai prevedibili. Per presentarsi nei migliori dei modi, i nostri danno il via col botto grazie al singolo "Burn It" e a "Animal" (precedute dall'intro "..."). Due canzoni dirette e rappresentative dell'intero disco, la cui potenza è direttamente proporzionale all'orecchiabilità dei ritornelli: due brani destinati a far faville dal vivo per la gioia del pubblico. La combinazione di rap, rock, urla a squarciagola, elettronica e breakdown devastanti raggiunge il proprio picco in "Prey For Me/3" e in "The Innocent", due prestazioni di altissimo livello sotto tutti i punti di vista, soprattutto in quanto ad adrenalina. Se quest'ultime si possono annoverare tra le migliori del platter, la traccia più discutibile è forse "Inglewood/3": oltre ad essere il brano che dura di più insieme a "Out Of Control/3" (entrambe 7 minuti), è anche il più variegato da un certo punto di vista, ma risulta nell'insieme leggermente confusionario e dispersivo. Giunti quasi al termine, i nostri piazzano sapientemente la ballad "Am I Here?", la quale evidenzia ulteriormente la parte più orecchiabile e pop-oriented del sound del gruppo. Il brano viene sviluppato però in modo apparentemente sbrigativo, perdendo così in termini d'efficacia. Arriva in conclusione il rap-rock esplosivo di "Coup D'Etalk", traccia che presenta un'interessante commistione di generi e, per l'ennesima volta, breakdown di tutto rispetto che spuntano da un momento all'altro sbalordendo l'ascoltatore. L'album termina con Butler che urla alla folla, sicuro di vincere la battaglia che vuole portare avanti mentre il pubblico applaude il proprio leader.

 

Per la grinta, l'energia e per la sicurezza mostrata nel mescolare con maestria sonorità diverse, "Strenght In Numb333rs" è veramente un lavoro da applausi, soprattutto trattandosi di un disco d'esordio. D'altra parte però, ciò che per ora sembra mancare alla formazione è una certa dose di autocontrollo: anche se la varietà delle strutture dona una certa imprevedibilità, in certi episodi sarebbe stato necessario un po' più d 'ordine per sviluppare al meglio le idee. Tirando le somme, l'esordio del trio americano è convincente e non risulta affatto pesante. Strizzando l'occhio a dei mostri sacri dell'alternative rock, i Fever 333 sono riusciti a comporre un lavoro d'effetto e variegato, pur rimanendo sé stessi per tutta la durata dell'album.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool