"Il Coraggio Del Pettirosso" di Maurizio Maggiani pulsa prepotentemente dalla copertina di "La Prima Volta", nuovo album del cantautore Filippo Andreani. Attenzione: a dispetto del titolo, questo è il suo terzo disco.

"La Prima Volta" è da intendersi come la prima volta in cui l'artista riesce, dopo molti anni, a riappropriarsi di una certa anima più rock, di quel suo background giovanile fatto di "palchi traballanti, sudore a fiumi, braccia nude tatuate mischiate nel pogo, urla e risate, abbracci fraterni, sguardi complici". Dobbiamo dire che il connubio tra il cantautorato figlio delle linee vocali di De André ("Roma È Il Mare" e molte altre) e De Gregori ("Tito") e dell'impegno sociale di matrice anni Sessanta e Settanta ben si sposa con il riemergere di un'anima punk ("Veloce"), seppur ingentilita, che si materializza con la presenza in studio dei Linea, una delle punk band italiane più longeve.

Il risultato è un disco fresco, tutt'altro che banale, un perfetto connubio di storie personali e storie collettive ("Il Prossimo Disco Dei Clash"), storie che non vogliono far dimenticare la Resistenza italiana (Canzone Per Delmo", "Lettera Da Italiano"). La semplicità con cui "La Prima Volta" si lascia ascoltare permette più riascolti successivi grazie ai quali ascoltare e comprendere i testi con ancor più facilità che in passato. Un disco sorprendente, che conferma la bravura di Filippo Andreani come autore e musicista. Un disco impegnato ma non particolarmente impegnativo, che commuove quando meno te l'aspetti.

Il cantautorato italiano è vivo. Non avrà le luci sfarzose della ribalta, ma quel chiaroscuro e quella penombra sono terribilmente affascinanti, e di certo conservano al meglio la purezza del messaggio.