Firespawn
The Reprobate

2017, Century Media
Death Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 03/05/17

Le atrocità perpetrate dal genere umano, le sue psicosi, l'influenza diabolica delle satrapie infernali, la condanna divina senza appello: i bardi scandinavi Firespawn non lasciano nessuna traccia al loro passaggio, devastando con energia controllata ogni angolo illuminato da vuote speranze di palingenesi.

 

Torna alla carica il supergruppo costituito dai membri di Entombed, Necrophobic, Unleashed e Dark Funeral: L - G Petrov, Victor Brandt, Fredrik Folgare, Alex Friberg e Matte Modin. A dispetto dell'opaco "Shadow Realms" (2015), penalizzato anche da una produzione insoddisfacente, il quintetto confeziona un disco death metal solido e tecnicamente ineccepibile che, sebbene non inventi nulla né sorprenda per soluzioni ardite, tuttavia non cade nel famigerato tranello della all star band sbiadita e senza nerbo. "The Reprobate" trae sì la propria forza dall'approccio old school e visceralmente tradizionale del combo (non potrebbe del resto essere altrimenti considerato il background musicale dei nostri), ma anche dall'attitudine ad accogliere disparate, ma ben circoscritte influenze: mentre nell'esordio i riferimenti spaziavano in ambito prettamente europeo, combinando, con risultati alterni, il death limpido e lineare di matrice svedese con quello maggiormente complesso e moderno targato Bloodbath ed Hypocrisy, nel nuovo lavoro la band guarda oltreoceano, segnatamente Nile e Morbid Angel, in direzione di un sound strutturato ed evocativo, ma non abbandonando quella componente groovy che rende il lavoro godibile ed equilibrato.

 

Selvaggi blast beat, movenze epiche e refrain irresistibile caratterizzano "Serpent Of The Ocean", mentre suggestioni thrashy e gran lavoro d'asce colorano "Blood Eagle", il brano più breve del lotto. L'iniziale arpeggio orientale apre "Full Of Hate", pezzo cadenzato nel quale appare evidente il consapevole debito stilistico con i Nile, di cui si scorgono le tracce nella successive "Damnatio Ad Bestias" e "Death By Impalement", soprattutto nelle armonizzazioni e nei riff: opportunamente, le intricate partiture di Sanders e soci vengono semplificate, così da apparire agili e dirette e più consone allo spirito del progetto. Tirati e aggressivi, i Firespawn non mordono il freno: la furia schiacciasassi di "General's Creed" e la colossale "Whitechapel Murder" mostrano incisive reminiscenze black dei conterranei ed eterodossi Craft, laddove "Patient Wolf" procede ininterrotta tra furibonde accelerazioni. Il growl profondo di Petrov, in gran forma, marchia la title track che ricorda senza infingimenti i Morbid Angel, in un'atmosfera che trasuda zolfo, rallentamenti e sinistra veemenza; guitar works in primo piano per la finale "Nightwalkers", brano che più di altri omaggia la Swedish wave degli anni ‘90, conclusione sincera quanto coerente.

 

Album che indubbiamente non deluderà gli amanti di un death suonato con perizia e passione, in cui rimandi e citazioni non rappresentano un furbesco e appetibile calcolo commerciale (o almeno non solo), ma il retaggio storico/musicale necessario a sorreggere un'impalcatura tenacemente eretta da professionisti del settore ancora con la voglia di stupire e divertirsi.





01.Serpent of the Ocean
02.Blood Eagle
03.Full of Hate
04.Damnatio ad Bestias
05.Death by Impalement
06.Generals Creed
07.The Whitechapel Murderer
08.A Patient Wolf
09.The Reprobate
10.Nightwalkers

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