I Fräkmündt sono una formazione elvetica che definisce il loro stile come "Ur-Folk". Dietro a tale parola si nasconde in realtà la tradizionale Volkmusik della zona svizzera, con liriche inspirate da miti e leggende del centro del piccolo stato. Con due full-length e un EP alle spalle, la band prova a fare un deciso passo in avanti in termini di popolarità con il nuovo "Landlieder & Fromdländler". Questa volta può contare, invero, sull’ala protettiva della Prophecy Productions e, soprattutto, sulla straordinaria partecipazione alla voce di Anna Murphy (Eluveitie).
Nel descrivere il nuovo disco una cosa è da chiarire subito, per quanto banale possa essere: "Landlieder & Fromdländler" è un album di puro folk svizzero, non aspettatevi troppe divagazioni sul tema. Un’uscita che, pur annoverando qualche episodio più "serio", risulta piena di humor. Scorrendo la tracklist si passa infatti dall’introduttivo quasi jodel di "Ofem Hoger on em See", a canzoni da taverna come "Zoge am Boge", ad altre da risveglio nelle Alpi, vedi "Gämsjäger". L’atmosfera è molto leggera, si ha un po' la sensazione di scarsa profondità, i pezzi sono molto semplici e si dispiegano in modo troppo prevedibile. Di questo forse si accorgono gli stessi Fräkmündt, che provano a inserire in scaletta anche qualche pezzo un po’ più complesso. "D'Wandeler Prophezeyig" è, ad esempio, una composizione più cupa e variegata che fa ricorso anche a strumenti elettrici. Peccato che l’esperimento abbia poco seguito. Impossibile non parlare del fondamentale contributo di Anna Murphy; sempre perfetta alla voce, riesce a dare una marcia in più in tutti i non pochi episodi in cui compare, ma certo non può fare miracoli. Forse l’unica traccia che stupisce veramente è "D'Züüsler", un brano decisamente più dinamico; impreziosito anch’esso dalla voce di Anna, è capace di andare oltre il rigido schema acustico e tradizionalista seguito da gran parte dell’uscita.
"Landlieder & Fromdländler" è un album senza pretese: a chi piace il folk delle Alpi può risultare piacevole e certamente saprà divertire, ma per gli altri c’è poco da gustare. Un ascolto è più che sufficiente per cogliere tutte le sfumature proposte. Percussioni, armoniche e tutto il resto della strumentazione tradizionale della band non riescono a incantare: i pezzi scorrono facilmente all’ascolto ma coinvolgono davvero poco. Nel finale si riprende un po', ma non è sufficiente a risollevare le sorti di un disco che spesso si tiene a galla solo grazie alla voce di Anna Murphy. Un’opera che segue un approccio molto elementare dunque, ma forse è cosi che deve essere un album di puro folk svizzero.