Aquiver
Frames

2017, Square Heads
Alternative Metal

Recensione di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 06/02/18

Negli ultimi decenni , all'interno del panorama rock e metal, si è sviluppata una spiccata tendenza ad unire sempre più spesso elementi tratti da contesti diversi tra di loro. I motivi possono essere i più disparati, partendo dalla pura sperimentazione, alla voglia di stupire il pubblico con qualcosa di nuovo. Sfortunatamente non è facile equilibrare diverse anime ed attitudini e non sempre i risultati sono quelli sperati. Se però il progetto nasce da musicisti preparati con buone esperienze alle spalle e tanta voglia di mettersi in gioco, la riuscita è quasi assicurata. È questo il caso degli Aquiver, nati ormai da due anni, che vede tra le proprie fila musicisti che hanno in curriculum band come What A Funk e Trick Or Treat. I cinque hanno lavorato per lungo tempo al loro esordio, dal nome "Frames", pubblicandolo poi durante lo scorso ottobre.

 

Il lavoro pone le radici nei più moderni suoni alternative metal, senza risparmiare stacchi melodici e parti caratterizzate da synth e una componente più elettronica. Questi elementi vengono amalgamati con cura e per tutta la durata del lavoro si completano a vicenda senza mai sovrastarsi e creando tracce sempre coinvolgenti e mai noiose. Un altro degli aspetti positivi di "Frames", a fronte delle diverse anime che compongono i pezzi, è la coesione dell'album, durante il quale è sempre presente la stessa atmosfera a tratti dark. A farsi notare maggiormente, oltre alla versatile voce di Luca Pretorius è la sezione ritmica nervosa e incisiva offerta da Marco Profeta e Luca Setti. Tra i brani più duri, dopo la opener "Absence Rebound" dalle atmosfere dark, si lascia ricordare CaSo, introdotta da un riff dirompente dal quale si apre successivamente il ritornello più soft. Sulla stessa lunghezza d'onda è anche da segnalare "A Million Red Lights", forse il brano in cui le diverse anime della band si fondono al meglio, al fine di offrire un pezzo potete in cui i muri eretti dalle chitarre nelle strofe si abbattono sull'ascoltatore nelle parti melodiche. Verso quest'ultimo lato pendono invece maggiormente tracce come "Save Your Day" e "Moving Emotions", che ricordano a tratti Jared Leto e i suoi 30 Second To Mars.

 

Come ultima cosa, è importante lodare la produzione cristallina ad opera di Giuseppe Bassi insieme alla band e il mixaggio di Dan Korneff, che in passato ha lavorato con grandi realtà del panorama internazionale. Gli Aquiver ci regalano un esordio di buona fattura partendo dal quale, in futuro, potranno affermarsi tra le realtà più interessanti del nostro paese.





01. Absence Rebound
02. CaSo
03. Save Your Day
04. Drawing Circles
05. Fall From Grace
06. Downfall
07. No More Words
08. A Million Red Lights
09. Moving Emotions
10. The One
11. Empty Space

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