E se la sensibilità artistica scorresse nel sangue, e quindi si trasmettesse geneticamente? Da questo si può partire per interpretare il nuovo album di Albert Hammond Jr. dal titolo "Francis Trouble", uscito per Red Bull Records. Si tratta del quarto disco da cantante per il chitarrista dei The Strokes, che negli anni ha saputo evolversi come musicista e come compositore con e senza band.
La musica è una questione di famiglia in casa Hammond: il padre, Albert Hammond, è un cantautore e compositore di successo, autore di alcuni brani scritti per Withney Houston, Chicago, Diana Ross e molti altri. Non sorprende dunque che il lavoro di Albert Jr. risenta in gran parte di questa connessione quasi atavica con la musica. L'album, infatti, esplora avvenimenti personali dell'artista, come la morte prematura del suo gemello Francis e degli effetti di questa mancanza: inevitabilmente l'evento corrisponde alla perdita di una parte di sé, dalla quale è nata invece una ricerca per giungere alla naturale completezza individuale. Sebbene questa consapevolezza abbia sempre spinto il cantante americano verso una certa tendenza artistica, solo ultimamente è venuto a conoscenza di alcuni dettagli che potrebbero aver dato un nuovo senso al cambio di rotta che sta prendendo la sua carriera. Infatti, la madre di Albert Hammond Jr. perse Francis quando era al quinto mese di gravidanza, mentre lui continuò a crescere accanto al gemello. Durante questo periodo avvenne qualcosa, uno scambio, che il chitarrista dei The Strokes ha cercato di ripercorrere, analizzare e racchiudere in “Francis Trouble”. Il disco si rifà alle sonorità alternative rock caratteristiche di gruppi come Interpol, The Libertines, e Kasabian, creando un senso di continuità fra lo stile di provenienza e la nuova cifra musicale che Hammond Jr. mette a servizio di testi introspettivi.
Un leggero cinguettio introduce la prima traccia, “DvsL”, un concentrato di energia capace di accostare allo stile tipicamente indie rock una ritmica di chitarra di richiamo country. La strofa si struttura come una botta e risposta tra la voce principale e i cori, mentre basso e batteria si inforzano a vicenda con un ottimo incastro. In “Far Away Truths” Hammond Jr. trova il perfetto connubio tra pop e alternative rock (non a caso scelto come singolo) in una formula perfettamente azzeccata, dove il basso tiene in piedi una struttura compositiva solida e le chitarre cavalcano l'onda ritmica.
Non mancano i momenti più intimi, come in “Set To Attack”, dove Hammond Jr. sfiora le sonorità alla The Strokes, mentre in “Tea For Two” si riaccende la fiamma rock. La voce ricorda Liam Gallagher, in perfetta armonia con la chitarra solista e l'assolo di sassofono dona spessore all'intero brano. Molto intelligente risulta la scelta degli effetti, che donano consistenza agli strumenti. Passando per la leggera “Stop And Go”, si arriva a “Rocky's Last Night” e le chitarre non sono mai state così funky, il basso è imprevedibile e i suoni elettronici si rincorrono all'interno della trama compositiva, mentre “I'm not the same as I was before” canta Hammond Jr. durante il ritornello del pezzo più riuscito del disco.
Si chiude infine con tutta l'energia di “Harder, Harder, Harder”, dove la ritrovata spinta rock si realizza in chitarre graffianti e batteria scatenata.
“There is an emptiness / That I cannot describe” racconta Albert Hammond Jr. in “Rocky's Last Night”, ed è la frase con cui riassumere “Francis Trouble”: un sentimento di incompletezza al quale non si riesce a far fronte con le sole parole, per questo entra in gioco la musica. Sebbene il tema affrontato riveli un'importante sensibilità da parte dell'autore, si ha l'idea di trovarsi di fronte ad un'occasione mancata anche se nel complesso risulta molto curata la parte compositiva e ottima la realizzazione finale. A causa delle tematiche poco approfondite, tuttavia, non si riscontra quel salto di qualità che ci si aspettava rispetto ai lavori precedenti, ma, al contrario, Hammond Jr. ha preferito la strada più sicura della leggerezza ed orecchiabilità.