Franz Ferdinand
Right Thoughts, Right Words, Right Action

2013, Domino Records
Alternative Rock

Un incontro delizioso tra indie e new wave. Ma l'ispirazione dov'è?
Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 26/08/13

Con il quarto album di studio che non sarà certo osannato per la sua imprevedibilità o sperimentazione, i Franz Ferdinand, tutt’ora impegnati in un lungo tour di date in giro per il globo, ritornano sul panorama musicale internazionale, segnando - con il marchio della quantità e non della pura qualità - un’altra tacca sulla cintura della propria carriera, a lungo illuminata dal raggio dell’intuizione.

 

L’illuminazione si ferma, appunto, a “Love Illumination”, singolo rimbalzato qua e là per le stazioni radiofoniche a scopo promozionale, ma che non esalta alcuna novità o almeno qualche spunto. Pare quasi che l’intento sia quello di concentrare l’attenzione esclusivamente su questo brano, contorniato da una lontana, amletica assonanza con gli ultimi Clash.

 

Ma soffermarsi sui singoli quando si tratta di band di questo calibro è un ragionamento assolutamente improponibile: con onesta soddisfazione si coglie, nel cuore della tracklist, la leggera innovazione, quella tendenza che fa rallegrare e sospirare. È con la tripletta centrale formata da “Stand on the Horizon”, "Fresh Strawberries"  e “Bullet” che il disco acquisisce un senso compiuto. In un incontro delizioso tra Indie e New Wave, i più nostalgici potranno concordare che la classe con cui il gruppo di Glasgow si esprime è pregevole e roboante, ma solo nella sua leggiadria. I livelli di distorsione si attenuano in confronto ai dischi precedenti, specialmente rispetto a quell’album omonimo che nel 2004 aprì la finestra della fama dalla Scozia al mondo. Scostandosi dalle sonorità provocanti dello scorso decennio,  Alex Kapranos e soci approfondiscono l’esplorazione della loro materia sonora, senza però osare, rimanendo quindi fedeli alla tradizione del sound che li ha resi celebri.

 

Right Thoughts, Right Words, Right Action”, dunque, accontenta tutti: chi ormai si è abituato allo stile coniato dai Franz Ferdinand, chi condivide qualche singolo ballabile ed orecchiabile, chi ama indagare ed apprezzare appieno un album, facendosi ammaliare dalle b-sides. Ma da uno dei gruppi alternativi più suggestivi del panorama europeo, dal potenziale ancora parzialmente inespresso, ci si aspettava davvero un album così poco coraggioso?





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