From Oceans To Autumn
A Perfect Dawn

2013, Argonauta Records
Post Metal

Recensione di Marco Mazza - Pubblicata in data: 19/11/13

Direttamente dal North Carolina, patria dei suoi autori, arriva il terzo capitolo discografico dei From Ocean to Autumn dal titolo “A Perfect Dawn”. L’uscita segue di un anno ”Oath of Eternals” e gli statunitensi ripartono esattamente da dove li avevamo lasciati. Ripropongono e ritoccano quello che loro stessi definiscono col termine di space-metal: un post/sludge metal con contaminazioni post-rock e progressive, in cui una grande vena ambient assume un ruolo centrale nelle composizioni.
 
In “A Perfect Dawn” i cardini della loro musica non cambiano dunque, anche se il nuovo disco mostra un sound più grezzo rispetto al precedente. Caratteristica questa che sembra essere diretta conseguenza di un obiettivo che il gruppo fondato da Brandon Helms si è posto con l’ultima uscita: mostrare un suono il più ‘naturale’ possibile. Basso, chitarra e batteria, cui si aggiunge qualche apparizione del piano, sono gli unici strumenti presenti nelle dieci strumentali tracce di “A Perfect Down”, nessun sintetizzatore è stato usato; tutto quanto è possibile ascoltare è stato catturato unicamente durante le registrazioni. Nonostante l’autoimposizione, il risultato non si discosta di molto dal resto della discografia dei From Ocean to Autumn, se non per una maggiore ruvidità: c’è più spazio soprattutto per le percussioni, un po’ meno ambient e un po’ più metal. L’anima del prodotto resta però quella di sempre e l’opener, “Aurora”, è un ottimo esempio per descriverla; trame eteree e coinvolgenti sono increspate dalla batteria in un saliscendi di grande effetto. Sulla stessa scia si muovono pressoché tutti gli altri episodi, a partire dalla successiva “Zenith”, in cui i sempre presenti richiami agli Isis diventano evidenti. “Visible Light”, “Halo”, “Legend”, “Split Sky” o “The Illusion Of A Moving Sun”, mostrano tutte la doppia anima di “A Perfect Dawn”: un soffice e malinconico climax generale in cui si muovono a turno gli strumenti (batteria su tutti), a far detonare piccoli ordigni sonori e smuovere la calma diffusa. Composizioni di ottimo livello, dunque, anche se alla lunga la tracklist, pur in assenza di veri buchi nell’acqua, diventa un po’ prevedibile. Provano a spezzare la scarsa diversità due brevi brani d’intermezzo puramente ambient, “Eos” e “The Absolute”.
 
“A Perfect Dawn” non è certo un album che fa gridare al miracolo: è monolitico. Una maggiore varietà compositiva avrebbe conferito maggiore longevità all’uscita, tuttavia i quattro di Charlotte hanno realizzato un lavoro sicuramente valido. Lodevole la volontà di non ricorrere a sintetizzatori e ad artifizi post-registrazione: i From Ocean to Autumn dimostrano di non sentirne affatto la mancanza. Un album che piacerà a tutti quelli che avevano già gradito i suoi predecessori, a chi apprezza gruppi dello scenario post-metal come Isis, Rosetta o Pelican, oppure le delicate atmosfere post rock tessute da band come gli Ef. Una buona uscita “A Perfect Dawn”, un disco per gli amanti del genere.



01. Aurora
02. Zenith
03. Eos
04. Halo
05. Visible light
06. Legend
07. Split Sky
08. The Absolute
09. The illusion of a Moving Sun
10. Faultless

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