Umberto Maria Giardini
Futuro Proximo

2017, La Tempesta
Rock Psichedelico

Interrogarsi sulla teoresi dello scibile in termini sinceri, per un'ontologia essenziale attraverso un'elaborazione del suono tale da renderlo proprio, ad immagine e somiglianza della propria interiorità.
Recensione di Alessandra Manini - Pubblicata in data: 21/03/17

Il lavoro di riflessione in musica firmato Umberto Maria Giardini è lo specchio dell'interiorità di un'artista dalla creatività inesauribile, tanto da presentare nel 2017 "Futuro Proximo", il quarto album che verrà accompagnato al suo nome di battesimo, nato dalla collaborazione con l'etichetta indipendente La Tempesta.
La propensione alla maturazione e la duttilità artistica accompagnano da sempre il marchigiano, capace di creare un legame verticale tra le liriche testuali estremamente profonde e le radici terrene comuni con il proprio pubblico.

 

Futuro Proximo si apre nello squarcio di una realtà criptica al primo impatto, che si svela per merito dei messaggi di forte impatto che si incontrano nello sviluppo testuale. Fuori da ogni tempo, passato, presente e futuro, queste sono le linee guida nella strumentale "Ieri nel futuro proximo" e nell'evocativa "Dimenticare il tempo" che si racconta tra le sottigliezze impalpabili "avremo il tempo di cancellare, di dire al vento di andare via" e le più schiette fisicità "il tuo corpo è come un tempio in cui non ho pregato, e tuttavia sarà la mia felicità". 
I contenuti si disperdono nel corpo vivente delle immagini, colorate di una quotidianità insolita e nel medesimo istante vicina. Liriche dirette, volte ad interrogarsi ed interrogare; avvolte nell'intelaiatura di una complessità di istituzioni nei rapporti che ci portano troppo spesso lontano da ciò che potremmo toccare con mano. Lo troviamo nella seconda traccia "Alba Boreale", metafora di un'attesa o di un tempo che si crea e sgretola davanti ai nostri occhi, dove le note psichedeliche e morbide ci avvolgono regalandoci una nuova prospettiva, "l'amore diverrà tridimensionale, eliminando il margine d'errore".
"A volte le cose vanno in una direzione opposta a quella che pensavi" vediamo disegnarsi le linee del volto di Umberto Maria Giardini, sempre anticonformista consapevole, rinato dalle ceneri di progetti precedenti, nella totalità del saper essere umani, "siamo diversi ma tutti uguali" raccontando come comprendere sia il primo passo per amare, tanto quanto l'amore sia completarsi nella comprensione.

 

"Vivere con te, oggi è vivere con te", del con-tatto con la realtà istituisce la sua sfumatura tangibile, nella luminare antitesi della critica alla mancata percezione. Un'esperienza musicale che trova la sua più viva emancipazione nell'esserci dell'esperienza, esteriore ed interiore, semplicemente nell'unità. Il ritorno alla terra, come metafora di un essere terreni e mortali, con l'arduo compito e sentenza di ritrovare l'ormai smarrita bussola della quotidianità, perché "il mio DNA è graziaplena, polpa di quei giorni pieni di vita".





01.Avanguardia
02.Alba boreale
03.A volte le cose vanno in una direzione opposta a quella che pensavi
04.Il vento e il cigno
05.ieri nel futuro proximo
06.Dimenticare il tempo
07.Caro Dio
08.Graziaplena
09.Onda
10.Mea Culpa

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