Di certo il tentativo di far convivere all’interno della proposta musicale di una band elementi blues, rock, hard rock ed heavy metal è una sfida interessante, ma non facile da affrontare. Evidentemente la brava e bella cantante argentina Alejandra Burgos ama le sfide e, raccolti alla sua corte musicisti dalle influenze più diverse, e condito il tutto con un tocco personale ha schiacciato senza paura il tasto di accensione del frullatore per dare vita ai Fyre.
La premessa è enza dubbio una grande opportunità di dare vita ad un sound personale e unico, ma con il rischio che la miscela sia di difficile interpretazione da parte del pubblico o, ancor peggio, che cada nel banale.
Ascoltando Missy Poweful possiamo dire che i timori vengono spazzati via con forza in quanto il risultato è piacevole e sicuramente originale. Basta ascoltare il brano scelto come primo singolo, “Get The Hell Out” per trovarsi immersi in sonorità rock che strizzano più di un occhio al pop e dalla melodia assolutamente accattivante. La grinta del rock, unita alla facilità di ascolto del pop da vita ad un brano allegro e che entra nella testa già al primo ascolto. Il pericolo di non cadere nel banale viene molto ben gestito dalla voce di Alejamdra capace di interpretare al meglio le linee vocali.
Il sottile equilibrio tra hard rock e pop è testimoniato anche dalle recenti collaborazioni della band che hanno avuto modo di aprire i concerti sia di Alice Cooper che di Anastacia… due mondi non proprio sovrapponibili, ma la stessa sfrontatezza con cui i Fyre hanno affrontato il palco è ben presente nelle 14 tracce di Missy Poweful.
Di certo non tutto il disco gode di ispirazione superiore e, personalmente, trovo che nei brani prettamente pop come “Stay Until The Moonlight” perdano quel tocco magico di cantautorato a favore di melodie sin troppo scontate. Fortunatamente si tratta di casi isolati e brani come “Devil Is Me” e “Crazy Little Woman” sono ottimi esempi di forza e melodia che non possono che appassionare gli ascoltatori. Nel disco è anche presente una personale rivisitazione di “Stairway To Heaven” decisamente accattivante.
I Fyre ci regalano così un disco intenso ed interessante che, seppur senza raggiungere vette compositive elevatissime, regala un’ora di buona musica, candidandosi come una delle realtà più interessanti in chiave futura.