Art X
The Redemption Of Cain

2016, Metalville
Metal

Recensione di Marta Scamozzi - Pubblicata in data: 18/10/16

La storia di Caino e Abele è estremamente complessa per svariati motivi. Prima di tutto, essa è raccontata all’interno di uno dei libri più antichi e controversi di tutti i tempi. Secondariamente, il tema centrale è una delle questioni più dibattute: si parla dell’espiazione del Peccato con la “P” maiuscola, l’omicidio a sangue freddo di un fratello. Fonte di ispirazione per centinaia di artisti attraverso i secoli, la storia di Caino e Abele nel 2016 è più attuale che mai.  Essa ha dunque attirato l’interesse di un certo Gabriele Bernasconi il quale, già ampiamente noto nella scena metal italiana in quanto frontman degli stimati Clairvoyants, ha deciso di cimentarsi in una creazione estremamente ambiziosa.

 

Il lavoro in questione si chiama "The Redemption Of Cain" e ha tutti gli ingredienti che servono per entrare nell’elite dell’opera rock europea.

 

Il primo, fondamentale ingrediente è una line up impeccabile:  un gruppo di artisti eccelsi dalla scena internazionale, molti dei quali con una discreta esperienza alle spalle nel campo della rock opera, si calano perfettamente nelle vesti di personaggi che sembrano cuciti su misura per loro.

 

Il confronto tra Caino (Gabriele Bernasconi) e Abele (Roberto Tiranti) è arbitrato da un incredibile Blaze Bayley nelle vesti di Adamo, che con la sua voce profonda e autoritaria regala una performance magnifica. Splendido è il contrasto tra le diverse tonalità: si va dagli acuti dei soprani Amanda Somerville  e Lucia Emmanueli ai cupi bassi di Tim Aymar nelle vesti di Lucifero.

 

Le danze si aprono con l’atmosferica “Memoriae”: un rumore di passi è accompagnato da vibranti corde di chitarra intrecciate ad arcate di violino, mentre una voce sussurra vaghe parole che trasportano l’ascoltatore indietro nel tempo, verso una realtà ignota. La voce si fa poi più chiara e profonda, e rivela esplicitamente quello che sta per succedere: “I’ll look back: on the way I was damned/ I was a stupid kid who committed a terrible crime. “

 

Ci si ritrova così nel primordiale mondo di Art X,  nome del supergruppo capitanato da Gabriele Bernasconi; un mondo costruito da tracce elaborate e complessi giochi di voci.

 

L’atmosfera iniziale è creata da “Knowledge & Death”, pezzo  la cui complessità strutturale scende a patti con un ritornello orecchiabile ed energico. Essa è da considerarsi tra le tracce migliori dell’album;  sempre che abbia senso parlare di tracce migliori o peggiori all’interno di un’opera così variegata, la cui anima è però assolutamente coesa. Parlando di anima di Art X, una delle canzoni  in cui essa si manifesta in modo esemplare è sicuramente “Lucifer”, i cui martellanti riff di chitarra esemplificano alla perfezione la tensione che caratterizza il dibattito tra Caino e Lucifero.

 

L’onore della chiusura è lasciato a “Eden, Finally…”, una traccia divisa in tre atti che vedono Caino confrontarsi con i fantasmi del suo passato:  l’angelo che da sempre guida il suo percorso (interpretato da Andre Matos), Adamo e Abele. Dopo un dialogo particolarmente intenso, Caino si congeda da questa terra fianco a fianco con Abele, in pace.

 

"The Redemption Of Cain" è caratterizzato da una struttura innegabilmente complicata che, più che seguire una linea melodica ben definita, rincorre le esigenze narrative. Ogni cambio di scena è accompagnato da un particolare intermezzo strumentale: un assolo di chitarra, un arpeggio, oppure una precisa linea di basso. La chitarra acustica è un elemento ricorrente e contribuisce a creare quell’atmosfera folk che caratterizza l’intera opera ed è necessaria a contestualizzare il vago passato in cui la vicenda è ambientata. L’intera opera è perennemente in bilico tra il Power Metal e il Progressive; ciò considerato, è impossibile non azzardare un paragone con lo stile di Ayreon.

 

Nonostante queste caratteristiche rendano "The Redemption Of Cain" un’opera  intricata e di conseguenza  rischiosa, Gabriele Bernasconi è riuscito perfettamente nell’intento di narrare una vicenda complessa senza cadere nel banale. Il prezzo da pagare è la scarsa immediatezza: "The Redemption Of Cain" non è un album da Jogging, ma piuttosto un’opera che necessita un paio d’ascolti prima di essere apprezzata appieno. Questo però, considerata la natura articolata dell’argomento era assolutamente inevitabile.  





01.Memoriae
02.Knowledge & Death
03.The First Sacrifice
04.The Second Sacrifice
05.Crime, Pain and Penance
06.Lilith
07.Lucifer
08.A Wife's Love
09.The Keeper
10.Eden, Finally...

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool