Il chitarrista di Belfast torna a far scintille e con esse illumina la nostra vita, divenuta un po' più buia dalla notte del 6 febbraio 2011, quando ci lasciò a seguito di un infarto. Gary Moore aveva una bella voce, ma è con la sua Gibson che ha incantato musicisti, ascoltatori di tutte le età e addetti ai lavori dagli anni '70, quando esordì, ad oggi. Risulta quindi chiaro che "Blues And Beyond" è un album che farà la gioia dei nostalgici amanti di quel particolare blues mescolato con l'hard rock che era il suo marchio di fabbrica. Disponibile in diverse versioni, da due CD o quattro vinili, e un box set contenente degli inediti, non è la classica raccolta di successi, ma qualcosa meglio. "Blues And Beyond" racchiude infatti molte delle canzoni meno note del cantautore, delle vere chicche per chi ha voglia di ampliare la conoscenza di questo straordinario artista (ex Skid Row, ex Thin Lizzy NdR) che ha collaborato con i grandi della musica, da Greg Lake a B.B. King passando per Ozzy Osburne fino ad arrivare a Jack Bruce e molti altri.
Abbiamo parlato di canzoni meno note, ma questo non vuol dire assolutamente che siano prive di nerbo o di quella qualità che contraddistingue la Gibson del guitar hero irlandese. L'assolo di "Surrender" ne è una prova lampante che farà saltare sulle sedie ogni ascoltatore; "That's Why I Play The Blues" è l'altra faccia della medaglia: una canzone malinconica e languida che vi avvolgerà facendovi sentire felicente tristi. "I Can't Quit You Baby" è l'epitome dell'Heavy Blues al quale il nostro ci ha abituato nel tempo, ed è ora che venga portata all'attenzione del grande pubblico prendendosi il meritato trionfo che le spetta insieme a "Cold Black Night" e "World of Confusion"; "Parisienne Walkways", è la canzone di chiusura della prima parte della raccolta, e fa scendere le lacrime, soprattutto per non aver potuto assistere mentre veniva eseguita durante il Monster Of Rock del 2003. Un'esecuzione pirotecnica e dei bending prolungati all'inverosimile delizieranno gli ascoltatori più esigenti e anche chi si affaccia al mondo del rock blues per la prima volta.
Se fin qui la nuova uscita poteva sembrare ben congegnata, dopo averne ascoltato il fiore all'occhiello, cioè i due CD live inediti, non si potrà far altro che ammettere l'indispensabilità di averlo per poterlo riascoltare fino allo sfinimento. I live di Moore sono sempre stati incendiari come "Fire" una delle canzoni inedite scelte per entrare in questo suntuoso box set; "Since I Met You Baby", "Oh Pretty Woman, "Walking By Myself"; non esiste una canzone che possiate lasciare andare, ascoltare senza sentirvi coinvolti, senza andare a tempo. Ognuna di esse basterebbe per rendere un album live di altissimo livello, ma se vi aggiungiamo "The Sky Is Crying", in una versione che può rivaleggiare con quella di SRV, creiamo qualcosa da non perdere assolutamente.
Per finire bisogna citare il classico senza tempo "Further On Up The Road", dove il tastierista Vic Martin tiene testa alla chitarra di Gary creando un connubio davvero ispirato; la raccolta termina con "The Prophet" una scelta quanto mai azzeccata. Gary Moore è stato un vero profeta della chitarra e un pioniere della sperimentazione, e questa raccolta ne è l'ennesima prova.