Gazebo Penguins
Raudo

2013, To Lose A Track
Punk Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 22/05/13

C'è un'insenatura, nella vita di ogni individuo, in cui ci si crogiola in un rimasuglio di sindrome da Peter Pan, un frangente in cui si vive la vita adulta, ma con la furba consapevolezza di non pagare esattamente tutti i conti che la vita adulta richiede. Per molti, tale fase si realizza a ridosso dei 30 anni, quando gli studi sono ormai conclusi, le vite lavorative avviate, e le coppie consolidate dovrebbero mettere su famiglia in modo imperituro e concreto, mentre essere single non è più la stessa cosa avventurosa di prima. In un periodo di crisi sociale ed economica quale il nostro attuale presente, poi, in quell'insenatura si sta più scomodi del solito, in quanto le certezze elementari che dovrebbero essere garantite alla dignità di ciascuno di noi (un lavoro, ad esempio) paiono un miraggio irraggiungibile per sin troppi soggetti, ed il futuro appare quantomeno sfocato, irraggiungibile, e ci si attacca con ostinazione all'unica cosa che rimane, che sono poi i sogni e le aspirazioni.

Cosa c'entra tutto questo con il terzo album in studio del trio emiliano Gazebo Penguins? Molto semplice: "Raudo" è la perfetta colonna sonora di quello stato di sospensione di mezzo dell'esistenza, quello in cui tutto potrebbe succedere, ed in cui tutto potrebbe andare sin troppo velocemente a puttane. Nel musicare questo stato di angosciosa disillusione, i Nostri si abbandonano oramai senza alcun freno inibitore verso un emocore che non va inteso nel senso laccato dei primi '10s da classifica, quanto verso un punk rock melodioso ed arrabbiato, in cui le voci di Capra, Sollo e Piter, in perfetta coralità, veicolano in modo molto efficace versi che nascono dalle conseguenze del fallimento sentimentale ("Casa Dei Miei"), o dell'ipocrisia alla base del concetto di "fallimento generazionale" ("Mio Nonno"), in un disco in cui le scariche di chitarra sono sin troppo chiaramente lo sfogo di un senso di energica frustrazione ("Ogni Scelta E' In Perdita").

Se la sincerità dell'opera e la sua estrema comunicatività sono due pregi non da poco che aiutano il rimbombo del rosso raudo, per contro c'è da dire che, per quanto potente, il suono del petardo rischia di non essere ascoltato proprio da tutti. In altre parole: essendo un album generazionale estremamente modellato sul presente, è difficile che chi non si senta affine alla problematica (leggi: abiti l'insenatura di mezzo citata in apertura) riesca a comprendere appieno l'opera in tutte le sue emozionali sfaccettature. Questo perché ciò che manca è forse proprio un elemento di personale distinzione, un quid che non faccia suonare, tra cinque anni, l'inciso come "vecchio"; questo è il vero difetto che fa sì che un album dalle ottime potenzialità verso il capolavoro rimanga "soltanto" un buon disco, e quasi per nulla c'entra il piccolo calo di ispirazione nel corpo centrale dell'opera, a fronte di una partenza in quinta ed un finale altrettanto spedito.

Ciò detto, rimane avvertibile, nello sfondo, un impatto melodico che può destare un discreto interesse da parte di chiunque; come un variopinto segnale di fumo, che indica la presenza di questi naufraghi della vita in attesa che venga loro indicata una direzione verso un futuro, solido, concreto e dove il caffè non debba mai finire. 
 
Nota finale: il disco è disponibile anche per il libero download sul sito ufficiale della band. 




01. Finito Il Caffè 
02. Casa Dei Miei 
03. Difetto 
04. Domani E' Gennaio
05. Ogni Scelta E' In Perdita
06. Correggio 
07. Trasloco 
08. Mio Nonno 
09. Non Morirò 
10. Piuttosto Bene 

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