Pura sovversione. Difficile trovare parole più accurate per descrivere i Godspeed You! Black Emperor. La band canadese, attiva da più di 25 anni, si è sempre distinta per un approccio musicale, tematico e d'immagine fortemente anticonvenzionale e romanticamente anarchico. Nonostante siano diventati in breve tempo una band di culto e già con i primi "F♯ A♯ ∞" e "Lift Your Skinny Fists Like Antennas To Heaven" abbiano rivoluzionato un certo tipo di musica rock, l'ensemble si è sempre tenuto lontano dal mainstream e dalle fredde logiche di mercato, senza mai tradire i propri ideali e portando avanti una vera e propria battaglia di intenti che, a distanza di decenni, continua a colpire e sorprendere. A quattro anni di distanza dall'ottimo "Luciferian Towers", seguito da lunghi tour mondiali, i Godspeed tornano più feriti e furiosi che mai con "G_d's Pee AT STATE'S END!", un viscerale manifesto dell'opprimente condizione in cui versa oggi il nostro mondo.
Da sempre illustratrice di atmosfere e tematiche apocalittiche, la band questa volta si supera e pennella una rappresentazione agghiacciante della società moderna, in tempi in cui si trova ad affrontare un'ulteriore crisi sanitaria più grande di lei. Scritto durante il tour e registrato all'inizio della seconda ondata, questo nuovo album, come da tradizione più recente, poggia le proprie fondamenta su due lunghe e articolate suite, affiancate da due brani più brevi. I Godspeed prendono le redini di un'umanità smarrita e sconsolata partendo dalle parole che accompagnano l'album ("Questi sono tempi mortali, ma il nostro schieramento deve vincere") e lasciando poi parlare i propri strumenti.
"This record is about all of us waiting for the end"
Il silenzio iniziale viene interrotto da un'inquietante registrazione di una voce fredda e meccanica a cui si sostituisce una chitarra solitaria insolitamente distorta e abrasiva: non c'è tempo per i tentennamenti, l'inizio della prima suite è in medias res. L'atmosfera dipinta è vuota e secca, fino all'arrivo dell'arpeggio che dà inizio ad una progressione sonora semplicemente epica. Improvvisamente ci troviamo in un mondo noto e lo smarrimento iniziale viene sostituito da un turbinio di emozioni, positive e negative, che tra alti e bassi costellano un pezzo mastodontico, in cui possiamo riconoscere i Godspeed al massimo della propria capacità compositiva astratta, fino a quando il canto degli uccelli viene interrotto da alcuni spari e la pura desolazione di "Fire at Static Valley" ci investe con la violenza emotiva di un treno. La sirena di un'ambulanza, che proietta nella nostra mente i tristi momenti che stiamo ancora vivendo, si affianca ad un arpeggio angosciante, che per oltre 6 minuti stende un invisibile velo nero che avvolge la nostra consapevolezza, fotografia di un mondo alla deriva.
Un maggiore estro compositivo e un certo tipo di sperimentazione sonora permeano la seconda suite, in cui l'inquietudine iniziale data dall'intreccio tra basso, percussioni e chitarra distorta, si tramuta in un pezzo in crescendo, una sinfonia di suoni e rumori, in cui cacofonia, distorsioni, melodia e archi creano un magnifico disordine ordinato. Il brano rallenta, per poi dare il via ad ultima progressione dai tratti epici, terminata dal suono impazzito di un insieme di campane. Il viaggio si conclude con i 6 minuti di "OUR SIDE HAS TO WIN (for D.H.)", pezzo dall'impianto più orchestrale e aperto, che si contrappone alla negatività di "Fire at Static Valley".
"This record is about all of us waiting for the beginning"
Mentre le ultime epiche e profetiche note di "OUR SIDE HAS TO WIN (for D.H.)" ci riempiono la mente, non possiamo che provare a rielaborare quanto appena ascoltato, andando a riconoscere un'ulteriore ciclo di morte e rinascita, fine e inizio. I Godspeed You! Black Emperor brillano, ancora una volta, di luce propria e possiamo sbilanciarci: "G_d's Pee AT STATE'S END!" è il loro album più emotivo e splendente degli ultimi 20 anni.