Ci sono quegli album che, fin dalla prima nota, ti colpiscono forte, come un pugno nello stomaco, causando un dolore che, in un modo quasi perverso, non vedi l’ora di riprovare. E allora schiacci play, di nuovo e di nuovo e di nuovo. Poi ci sono quelli che non riesci nemmeno a finire, perché banali come un libro di Fabio Volo; ti rimangono incastrati lì, come un boccone troppo amaro. E allora li metti in pausa, un lungo silenzio ristoratore. Infine, ci sono quegli album che non ti colpiscono come un pungo allo stomaco, ma ti sfiorano leggermente, come una carezza priva di passione di una mano guantata; che non ti fanno premere pausa, ma nemmeno replay. E’ a questo limbo, a metà fra inferno e paradiso, che appartiene "Get Your Rock On", l’album di debutto degli X -Drive, band losangelina fondata dallo sconosciuto chitarrista Jeremy Brunner.

La storia di questa rock band è da manuale: un chitarrista solitario che sbarca a Los Angeles con una chitarra in una mano e un pugno di canzoni nell’altra. Fonda una band, incide un album con il leggendario produttore Andy Johns, poco prima della sua tragica morte. E da manuale è anche l’album: un solido concentrato di rock anni ’80, un intreccio di riff interessanti ,vibranti assoli, roboanti chorus, rock anthems da stadio e dolci ballad, il tutto impreziosito da una vena blues nella voce di Keith St. John. Gli ingredienti ci sono tutti , la qualità anche; le dosi talmente studiate da sembrare più un omaggio al rock degli anni ’80 che l’album di debutto di una nuova band, dalla personalità forte e dalle idee chiare. Il ruggito di una tigre in gabbia, intrappolata dalla mancanza di novità e da un passato troppo grande da poter solo imitare, ma non reinventare. A metà tra paradiso e inferno.