The Blue Poets
Goodbye

2016, Triple Coil Music
Blues Rock

La tristezza del Blues come eco del Rock
Recensione di Alessandra Manini - Pubblicata in data: 16/11/16

Un album struggente quanto esige il blues, dove il tema dell'addio permea ogni traccia prendendo corpo tra note soffuse ed un timbro vocale seducente, con un groove che strappa un biglietto di sola andata per gli anni '60 e '70.
Questi sono solo alcuni degli elementi di "The Blue Poets", l'album di debutto della band omonima, guidata dall'incredibile personalità di Marcus Deml, chitarrista dall'eccezionale esperienza direttamente dalla Rock and Roll alla Fame (2005).
Gli artisti, Gordon Grey alla voce, Felix Dehmel alla batteria e Phil Steen al basso completano la formazione di questo quartetto rock blues di caratura internazionale.

 

L'album composto da dieci tracce, propone una vera e propria esperienza sonora, una sorta di narrativa in musica, nella scelta degli artisti di volersi raccontare attraverso una fitta trama di note e la creazione di immagini che attingono da un destino comune.
"Goodbye" è il brano con cui si apre l'album, quasi a sembrare un ossimoro, l'intro parla con le sei corde di Marcus Deml, il suono della sua Fender Stratocaster prende spazio sull'intera scena sonora, con un'impronta decisamente riconoscibile.
Il timbro di Grey riesce a permeare la raffinata struttura strumentale, con grinta e l'empatia che il testo richiede; basso e batteria rispettivamente Steen e Dehmel si dilettano in un duettare sottile ed un bilanciamento amalgamato a tal punto da renderli la perfetta cornice per i soli di Marcus Deml, i quali non mancano di altissimo livello tecnico, tra suoni caldi e solidi, sempre con uno spettro sonoro lineare macchiato dalla tristezza che lo coinvolge nel testo.
Sofferte, tremendamente struggenti e suonate da anime inquiete, "Sad, Sad, Sad" ed "It's About Time" si abbandonano completamente all'ascoltatore, che nella sensibilità dei testi e lo smisurato virtuosismo strumentale diventa il protagonista delle vicende che si raccontano davanti a lui. Perché proprio nella scelta di tematiche apparentemente comuni e quotidiane che la band riesce a porre anche i non affezionati al genere sull'asse di interesse tracciando un denominatore comune.
La scelta di inserire una cover nell'album lascia spazio ad una voce fuori dal coro, con un'interpretazione da applausi per Grey, una scelta attraverso la quale Marcus Deml ritrova le vesti da professore della Musicians Institute di Los Angeles, propone un classico che resta sempre moderno, "fuori dal tempo" è la chiave di lettura e reinterpretazione di "Sunshine of your Love" dei Cream. Il Professor Deml però mette a disposizione dei più curiosi la collaborazione di Jack Bruce ed Eric Clapton ispirati da Jimi Hendrix durante il concerto tenutosi al teatro Saville di Londra.
L'album si conclude con "With Your Eyes", dove Grey nell'intro sembra quasi bisbigliare un senso di nostalgia che si perde nella profondità di uno sguardo, la struttura strumentale trova nelle pause un duettare insolito ed affascinante con il silenzio, mentre nella parte conclusiva del brano Deml sale in cattedra e non si può far altro che restare ammaliati dal tocco e dalla maestria del chitarrista.

 

Un lavoro, quello dei Blue Poets che nasce dal desiderio di rendere la musica lo specchio stesso del proprio essere, possibilità data dall'etichetta discografica fondata dallo stesso Deml, la Triple Coil Music.
Una band dal sound sofferto ed eccezionalmente complesso, denso di carattere ed esperienza personale che è pronto a lasciarsi ascoltare da un pubblico in larga scala.





01.Goodbye
02.Too High
03.Sad, Sad, Sad
04.Sunshine Of Your Love
05.Shallow Words
06.It's About Time
07.For a God
08.Won't You Suffer
09.The Truth
10.With Your Eyes

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