Grand Magus
Sword Songs

2016, Nucelar Blast
Heavy Metal

Le colonne dell'heavy metal svedese (e non solo) danno un'ulteriore prova di solidità con quello che viene annunciato dalla band stessa come il loro miglior lavoro
Recensione di Federico Barusolo - Pubblicata in data: 13/05/16

"Per me, ‘Sword Songs' è il miglior album di sempre dei Grand Magus!'.

 


È con questa frase che Jeanne ‘JB' Christoffersson annuncia "Sword Songs", il nuovo lavoro che il terzetto heavy metal svedese si appresta a fornire in pasto ad una critica che mai come in questo momento risulta spaccata in due parti. Agli irriducibili estimatori del loro caratteristico sound robusto e roccioso si contrappongono infatti coloro che accusano un calo della band dopo l'apice raggiunto con "Iron Will", forse dovuto ad un adagiamento su sonorità hard rock di tipo leggermente più commerciale e dotate di minore originalità.

 


"Freja's Choice", il pezzo incaricato di aprire questo album, evidenzia subito quelle che sono le certezze della band, tramite un riff molto solido di matrice heavy doom e una pennata decisamente dura. La successiva "Varangian", primo singolo rilasciato, richiama alla mente influenze illustri tra Iron Maiden, nella intro con le chitarre in sovrapposizione e nel cantato a tratti "alla Dickinson", e Manowar per quanto riguarda il testo, che presenta citazioni evidenti come "defenders of steel", e le tematiche belliche di stampo nordico. Nonostante questi aspetti, aggiunti ad una somiglianza con la title track del precedente album "Triumph and Power", non ne facciano un esempio di originalità nel song writing, questo brano risulta comunque convincente nella solidità e nella potenza del ritornello.
Continuità in tale senso si trova in "Forged In Iron - Crowned In Steel", pezzo molto valido che si evolve da una delicata intro acustica in un heavy metal caratterizzato da evidenti influenze sabbathiane nella parte centrale. La presenza dei Black Sabbath è ulteriormente udibile anche nel fantastico riff che, ruvido e cupo, ci accompagna nella magnificenza di "Born For The Battle (Black Dog Of Brocéliande)".
Pur presentando maggiore varietà a livello ritmico, le successive "Master Of The Land" e "Last One To Fall" appaiono meno coinvolgenti, dando origine ad un momento di leggero calo rispetto all'esplosività iniziale. Nemmeno il tempo di accorgercene e l'ascolto viene riportato ad alti livelli da "Frost and Fire", della quale è da sottolineare il pregevole assolo di chitarra, prima che la breve parentesi strumentale di "Hugr" ci introduca dolcemente verso la chiusura dell'album. Con "Everyday There's A Battle To Fight" la gradevolissima conclusione della release ci presenta contenuti maggiormente originali attraverso un ritmo più lento ed un ritornello impreziosito dalla presenza di una seconda traccia vocale appena udibile in sottofondo.

 


"Sword Songs" ci dà quindi conferma di quello che i Grand Magus rappresentano, una band che sicuramente non ha inventato nulla rimanendo saldamente ancorata a certe strutture molto tradizionali del genere, ma che riesce nell'intento di confezionare ancora una volta un lavoro convincente e tutt'altro che banale, adatto all'ascolto sia dei fan più esigenti, sia di chi invece è al primo approccio con quella che può essere definita una delle realtà più significative del panorama heavy metal degli ultimi quindici anni.





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