A Forest Of Stars
Grave Mounds And Grave Mistakes

2018, Prophecy Records
Experimental Black Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 23/09/18

Certo, gli A Forest Of Stars appaiono lontani dalla nozione di classico inteso come perfezione sublime e poesia del possesso, ma la loro natura frammentaria, al tempo stesso composita e concentrata, rende forse comprensibile a noi mortali il mistero dell'Universo. Del resto già dal titolo "Grave Mounds And Grave Mistakes" tradisce le fisime della fascinazione letteraria: tra gotico e decadentismo, la band affronta i temi fondanti di tali generi, quali il mistero, la morte e l'elegante disfacimento, conditi da un'enfasi teatrale da feuilleton di fine Ottocento. 

 
Il sound, che sfugge a una precisa nomenclatura, contribuisce, con innumerevoli e ardite sfumature, a restituire quel clima intriso di irrazionalità e cupezza troppo spesso banalizzato da una recente cinematografia sensazionalista: continuamente cangiante e che soltanto per amore di etichettatura può definirsi un prodotto di experimental black metal, il nuovo lavoro dei britannici si staglia oltre gli stretti confini della semplice proposta musicale.

 
L'intro atmosferica "Persistence Is All" prepara il terreno per sorprendenti esplorazioni: psichedelia, folk apocalittico ed elettronica solleticano la topografia abissale del metallo nero, ponendo l'ascoltatore in un armonico stato di inquietudine. Dalle frenetiche sovrapposizioni di "Precipice Pirouette" e "Premature Invocation", al pazzo dark pop di "Tombward Bound", dalla fosca messa BM di "Children Of The Night Soil" agli espettorati di disprezzo di "Scripturally Transmitted Disease" le regole vengono sovvertite, la struttura collassa e respira, le melodie divampano, illuminano e poi intorbidano, non esiste durata contenuta, né stile irreggimentato. L'istrionica ugola di Mister Curse, implorante, evocativa, magniloquente, ringhiosa, si comporta da assoluta protagonista delle mini suite, ad eccezione dell'oscura ballad "Taken By The Sea", in cui tocca a Katheryne prendere le redini delle proprie corde vocali e deporle sul panno purpureo del rapimento oceanico. In "Decomposing Deity Dancehall", ultima traccia del platter, violino, flauto e chitarra acustica cozzano contro un muro di synth da macabro horror anni '80, colorando di un'ulteriore tinta spettrale (e oppiacea) un album che sembra quasi frutto delle bizzarre riflessioni di Dorian Gray sui misteri di Udolpho.

 
"Grave Mounds And Grave Mistakes" si lascia sfogliare, tuttavia ha bisogno di pazienza e non tollera superficialità o sbadataggine: da veri gentlemen, gli A Forest Of Stars aprono, ai più meritevoli, le porte di un club esclusivo e tenebroso. Le nebbie, fuori, si addensano esuberanti.





01. Persistence Is All
02. Precipice Pirouette
03. Tombward Bound
04. Premature Invocation
05. Children Of The Night Soil
06. Taken By The Sea
07. Scripturally Transmitted Disease
08. Decomposing Deity Dance Hall

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