Ora, non che a un virtuoso di questo calibro rimanesse ancora qualcosa da dimostrare, specialmente dopo essere subentrato a Zakk Wylde nella band di Ozzy Osbourne; ma se nemmeno l'incontenibile e sguaiato Michael Starr degli Steel Panther riesce a ravvivare l'ingessata festa di Gus, allora qualcosa non quadra. Se rock deve essere, che rock sia: sfacciato, eccitante, temerario, maleducato, persino. E invece "I Am The Fire" ha tutta l'aria di un esercizio di stile, di un divertissement privato che sarebbe potuto rimanere tranquillamente tale, di una prova solida, tecnicamente inattaccabile e tutto sommato onesta, ma anche innegabilmente piatta. Manca la scintilla. Manca quel brivido che ci ha scossi quando, bambini o adolescenti, abbiamo sentito un riff di chitarra e di colpo non siamo più stati gli stessi. Manca il pugno nello stomaco.