Dale Sanders
Handle With Care

2018, Freemood/Feelmaker
Rock Blues Country

10 pezzi che piaceranno molto a chi rimpiange il Sambora dei tempi che furono (quello di "Undiscovered Soul" per intenderci)
Recensione di Marilena Ferranti - Pubblicata in data: 12/12/18

Tanto di cappello a Freemod/Feelmaker che ha creduto nelle potenzialità espressive di questo chitarrista di Biella, Dale Sanders - all'anagrafe Diego D'Alessandro - che debutta con 10 pezzi che piaceranno molto a chi rimpiange il Sambora dei tempi che furono (quello di "Undiscovered Soul" per intenderci).
 

"Maneggiare con cura" ci intima Sanders; viene da chiedersi se sia effettivamente questo lo spirito col quale bisognerebbe approcciarsi ai nuovi artisti di oggi. In un mondo sempre più spietato dove vanno per la maggiore i prodotti da reality show e da karaoke pare quasi di inalare una boccata d'aria fresca quando qualcuno con coraggio mette a nudo la propria anima artistica e lo fa alla vecchia maniera.

 

Un esordio anche in qualità di cantante per Dale Sanders, che parla con sincerità, affronta con profondità emotiva, spirito critico e talvolta ironico le debolezze di un uomo e le presenta nella loro veste migliore attraverso un percorso fatto di melodie super orecchiabili. Le chitarre la fanno assolutamente da padrone, sia in veste acustica che in veste elettrica, con un gusto e un'eleganza che ricordano appunto l'indimenticato chitarrista dei Bon Jovi ma a tratti anche le sonorità tipiche di Mike Tramp, Keith Urban e Tim McGraw, il tutto curato ad altissimi livelli e con una produzione eccellente. E' emozionante sentire la bellezza degli arrangiamenti corali, del sempre affascinante Hammond e soprattutto percepire suoni veri e non preconfezionati come purtoppo spesso accade.

 

Un disco che vede numerose collaborazioni blasonate, per citarne alcune la presenza della totalità della formazione degli Hungryheart (band lodigiana hard rock con 4 album all'attivo) con la batteria impeccabile di Paolo Botteschi, il basso carismatico di Stefano Scola, la voce inconfondibile di Josh Zighetti per le backing vocals e il "maestro" e produttore Mario Percudani alle chitarre. Ci sono tutti gli ingredienti del rock americano, del blues e del country, e soprattutto l'ingrediente segreto che fa di un bel disco qualcosa di prezioso: la sincerità. Troppo spesso ormai si ascoltano lavori fatti in serie con poca fantasia, forse per colpa di tempi discografici esigenti, ma questo disco parla di una genesi lenta e ponderata, qualcosa che sembra davvero stato maneggiato con molta cura.

 

Una menzione speciale va sicuramente alla traccia numero 3 "Take Me Away", che consigliamo caldamente per i lunghi viaggi in macchina e le avventure da un weekend, o la title track "Handle With care" che è supportata anche da un bel videoclip uscito il 6 novembre.

 

Non mancano altre collaborazioni illustri e piacevoli alle voci (Giulio Garghentini e la bravissima Nicole Fodritto, voce del duo Six Impossible Things), Paolo Apollo Negri (Hammond, piano, Wurlitzer, synthesizers) Dario Foschetti alla batteria, Edoardo Giovannelli (degli Yihequan, duo Hip Hop, Elettro/Funk) al basso e Alessandro Moro che ci sorprende con le sue parti di sax su "We Can Stay For Tonite". Unica nota dolente del disco, complice forse la troppa esperienza nell'unica veste di chitarrista, una vocalità a tratti ancora acerba e talvolta trattenuta che mal si presta ai fraseggi più blues, facendo inevitabilmente perdere qualche sfumatura espressiva a pezzi con un potenziale altissimo.

 

Ascolta QUI il disco in streaming!





01. Handle with Care

02. Every Man I Used to Be

03. Take Me Away

04. Road We Travel On

05. Losing Ground

06. The Best Is 4 Free

07. Dark in My Eyes

08. We Can Stay For Tonite

09. Something in Your Eyes

10 All the Things You Never Knew

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