Articolo a cura di Antonio Viggiani
Secondo album per questa giovane band Australiana (a cui, proprio durante l'uscita dell'album, è stato offerto un posto come supporter al tour Europeo degli "Annihilator" direttamente dal loro leader Jeff Waters! ) scoperta dalla nostrana "Punishment 18" e passata ora alla leggendaria "Metal blade records".
Ascoltando "Proliferation" si capisce subito come gli Harlott siano cresciuti a pane e thrash-metal, si perchè i richiami ai gruppi storici della Bay area Californiana sono fortissimi, voce sporca e rabbiosa, al limite dell'urlato, riff stop and go sparati a mille, a volte con inaspettate aperture melodiche,semplici ma efficaci e un drumming selvaggio e velocissimo il tutto accompagnato da un songwriting che descrive una triste realtà completamente allo sbando, in cui la catastrofe è dietro l'angolo e gli interessi dei potenti vengono prima di tutto, senza nessuna speranza di miglioramento all'orizzonte.
L'album composto da 12 tracce, o in questo caso sarebbe meglio parlare di "cazzotti" musicali, scorre benissimo nei suoi 45 minuti di cattiveria, da menzionare la fantastica opener nonchè titletrack "Proliferation", "The fading line" e "Civil unrest" il cui ritornello con una ritmica tipicamente thrash-hc dal vivo sarà artefice sicuramente di stage diving, circle-pit ed headbanging sfrenati. In alcuni pezzi più brevi ( "Systematic reduction", "Bloodlust" ) Dimostrano anche un' attitudine tipicamente punk-hardcore in cui le ritmiche velocissime e il cantatto schizzofrenico vengono esaltati più che mai. Notevole la copertina,creata da Andrei Bouzikov, Già collaboratore di molte band thrash come "Municipal waste" e "Toxic Holocaust",disegnata nel tipico stile di questo genere musicale e che ben si sposa e rappresenta gli argomenti trattati nei testi degli Harlott.
Per concludere possiamo dire che "Proliferation" è sicuramente un buon album, composto da quattro ottimi musicisti,consigliato ai fan di band come "Slayer", "Testament" ed "Exodus"; a questo proposito potremmo presupporre che l'unico rischio è il risultare troppo generici o troppo old-school per gli anni 2000, ma è proprio questo il loro punto di forza,proporre un genere che inizia ormai ad avere i suoi anni riuscendo a non stancare l'ascoltatore, anzi, dimostrando che il thrash metal è ancora vivo e vegeto e band come gli "Harlott" ne sono la prova.