Beyond The Black
Heart Of The Hurricane

2018, Napalm Records
Symphonic Metal

Recensione di Fabio Polesinanti - Pubblicata in data: 01/09/18

Normalmente si usa dire che 3 è il numero perfetto, anche se in ambito musicale, e nello specifico per una band, il 3 rappresenta un numero tanto importante quanto rischioso. Il terzo album è di solito la prova del nove per un gruppo, e i Beyond the Black non possono sottrarsi da questo esame. A maggior ragione ora, visto che i tedeschi sono entrati in studio per il nuovo album "Heart Of The Hurricane" con una line up totalmente rinnovata e forti di un nuovo contratto con la Napalm Records. In questa rivoluzione di elementi è sopravvissuta solo la singer Jennifer Haben (leggi QUI la nostra intervista), ovviamente mastermind e cuore pulsante di tutta la band.

 

Il cambio di label sta sicuramente a significare un bel salto di qualità a livello di budget, seguito e tutto quanto ruoti attorno alle produzioni musicali. C'è perciò molta curiosità per vedere come la giovanissima cantante abbia saputo gestire tutti queste novità, e la sfida del fatidico terzo album, ben consapevoli che il loro esordio targato 2015, ed anche il successivo "Lost In Forever" avevano piacevolmente stupito addetti ai lavori e amanti del genere, per un sound diretto, fresco e coinvolgente.

 

Si parte in maniera insolita ed inaspettata, con "Hysteria", song dal tiro rock e oscuro con la voce della Haben che qui offre una timbrica con sfumature vocali più basse e tendenti al dark, per poi esplodere in un coro avvincente e coinvolgente. Piacevolmente colpiti da un inizio così originale, si prosegue con "Heart Of The Hurricane", singolo che è stato il biglietto da visita dell'album, ottimamente bilanciata tra ritmo, melodia e un pizzico, quanto basta di feeling "pop radiofonico". Anche "Throught The Mirror" sa stupire: l'inizio placido, su atmosfere quasi folk-medievali, ci trascina successivamente in un ritmo intriso di pathos dove Jennifer emoziona sia nelle parti dei cori che nelle parti più lente. Si percepisce ciò che è diventato un marchio di fabbrica della band, ovvero quello di essere capaci di conquistare già dal primo ascolto.


L'altro singolo lanciato, "Million Lightyears", attira e seduce con il suo incipit semplice, meno metal e più pop rock, creando un sound mainstream ma sempre rimanendo un prodotto di qualità. "Song Of The Godness" è una semi ballad che si poggia su atmosfere folk, ricordando un originale mix tra Leave's Eyes e le linee melodiche dei  Within Temptation, per un'altra canzone che ci mostra un lato dei Beyond che non avevamo ancora scoperto. Si percepisce maturità e anche voglia di sperimentare qualcosa di diverso, e ciò sicuramente fa onore ad una band che avrebbe tranquillamente potuto sedersi sugli allori di un compitino ben fatto e ripetuto. Di sicuro uno dei punti più alti del disco. Lieve flessione dei ritmi si ha con "Escape From The Earth" che forse non riesce ad esprimere tutte le sue idee e potenzialità, rimanendo sola una piacevole ballata a cui manca quel qualcosa in più per essere incisiva. "Beneath a Blackened Sky" con tastiere e cori ricorda molto l'inizio di una canzone dei Nightwish portando successivamente riferimenti musicali ed epici tipici dei Therion, il tutto mixato con il tiro e la voce di Jennifer che qui dà un'ulteriore buona prestazione.

 

Bellisima ed in pieno BTB style è "Fairytale Of Doom", dove chitarre, melodie e chorus si fondono perfettamente per una delle più belle canzoni dell'album. Anche la successiva "My God Is Dead" lascia a bocca aperta, pezzo travolgente che come un libro si lascia sfogliare per assaporare tutte le sfaccettature di un sound prima lento, poi carico ed intriso di pathos, e dove la voce principale e l'azzeccatissima second male voice si fondono in positiva alternanza.

 

Tiro diretto con chitarre e tastiere per "Dear Death", mentre "Scream For Me" gioca ancora con cori e doppia voce tra l'epico e il marziale. Mood più heavy e diretto per la successiva "Freedom", mentre l'esatto opposto avviene per "Breeze", ballata dolcissima con richiami gospel. Coraggiosa è anche la scelta da parte della band di inserire ben 15 tracce nell'album, scelta decisamente controcorrente rispetto a molte delle produzioni odierne. Ma fino a qui è giusto sottolineare che non si sono vissuti momenti di debolezza ne cali di interesse durante l'ascolto, anzi, ci sono tante idee, molte nuove e ben sviluppate, che hanno saputo trovare posto e perfetta amalgama nel tessuto compositivo di ogni traccia analizzata. Ad esempio, il ritornello di "Echo From The Past" rimane perfettamente inciso nella mente all'istante e il disco volge al termine con "Parade", pezzo nel quale la prova canora della Haben sublima il presente viaggio di musica.

 

Pur mantenendo perciò quell'immediatezza e quel soud catchy e mainstream che sono stati la chiave del loro successo finora, i Beyond The Black esplorano nuovi sentieri stando però sempre ben attenti a non sconfinare nel territorio altrui onde evitare di diventare copie o riferimenti eccessivi di band ad oggi molto più blasonate del symphonic metal. La stessa Haben, sin dal principio è risultata una frontwoman un po' atipica per certi punti di vista riuscendo comunque a farsi notare da chi ascolta questo tipo di sound grazie al suo talento. Chissà che un domani, con i dovuti tempi e passi giusti, non riesca ad avvicinarsi alla prima linea delle cantanti protagoniste del genere.


Un disco maturo che porta perciò la band su un nuovo livello, rendendo questo terzo album quello che può essere il trampolino perfettamente posizionato per spiccare il volo.






01. Hysteria

02. Heart Of The Hurricane

03. Through The Mirror

04. Million Lightyears

05. Song For The Godless

06. Escape From The Earth

07. Beneath A Blackened Sky

08. Fairytale Of Doom

09. My God Is Dead

10. Dear Death

11. Scream For Me

12. Freedom

13. Breeze

14. Echo From The Past

15. Parade

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