Amaranthe
Helix

2018, Spinefarm Records
Alternative Metal

Gli Amaranthe inseriscono un nuovo tassello nella loro discografia, giustificando grazie ad un album di impatto, moderno e dannatamente catchy, il loro crescente successo. Di sicuro un ulteriore passo verso il metal del futuro
Recensione di Fabio Polesinanti - Pubblicata in data: 22/10/18

Probabilmente in pochi avrebbero scommesso sul successo degli Amaranthe, quando nel 2011 uscirono con il loro album di debutto, ponendosi e risultando inizialmente quasi più un "side project" dei vari componenti piuttosto che una band vera e propria. Il fatto di avere nella line-up ben 3 cantanti, e che il loro sound strizzasse l'occhio in più occasioni al pop e ad un sound catchy, ha probabilmente fatto storcere il naso a molti puristi che poco di buon occhio vedono le contaminazioni con sonorità più mainstream e commerciali. In realtà proprio quelli che sembravano i punti deboli della band sono diventati con gli anni i veri punti di forza e i capisaldi del gruppo svedese, che oggi arrivano ad un traguardo di tutto rispetto come il quinto album. Grazie alla loro perseveranza, hanno portato avanti il loro progetto e il loro sound, che inutile negare, risulta comunque decisamente originale. Il loro mix che fonde sonorità metalcore, con scream, riff di chitarra tipici dell'heavy metal, parti di voce pulita maschile e femminile, ritornelli e linee vocali molto catchy e pop, synth ed elettronica, era un qualcosa che prima non c'era, o comunque di certo non fatto con questa qualità e questo tiro. Era e rimane una sfida decisamente difficile e coraggiosa, anche perché spesso provare a fondere due entità musicali così diverse, oltre che un'impresa assai ardua , diventa quasi come una sorta di blasfemia per un mondo, quello metal, in certi frangenti è chiuso rispetto a novità e cambiamenti. E piace sottolineare come gli Amaranthe siano sempre più diventati una creatura di Elize Ryd (leggi QUI la nostra intervista), che da timida corista dei Kamelot alle prime armi, si è trasformata nel corso degli anni, grazie al suo carattere e all'esperienza maturata, in una frontwoman completa e trascinante, mixando con naturalezza qualità vocali, sensualità, prorompente bellezza, ma anche una dolcezza e un'umiltà che ad oggi la fanno essere apprezzata a 360 gradi, come artista completa. Dopo l'ottimo  "Maximalism" la band riparte da questo nuovo album "Helix",registrato negli studi danesi Hansen Studios sotto la guida del produttore Jacob Hansen che già ha lavorato con artisti del calibro di VolbeatEpica e Delain. Con questo nuovo disco inoltre si rende ufficiale l'entrata nella band del cantante Nils Molin, già comunque presente in pianta stabile dal 2017 nell'intensa attività live del gruppo, prendendo la difficile eredità del comunque rimpianto Jake.


"The Score" parte con le classiche coordinate musicali tipiche della band, riff di chitarre che poggiano su un tappeto di tastiere e un ritornello travolgente, mentre nelle strofe si alternano le tre voci. Niente di nuovo ma il pezzo coinvolge e funziona. "365" è il primo singolo dell'album, non a caso, visto che risulta sicuramente uno dei pezzi più riusciti, dove Elize guida con la sua voce un mix seducente di pop metal moderno dove chitarre e synth reclamano la medesima visibilità. La successiva "Inferno" è semplicemente trascinante grazie alla sua velocità e al ritornello d'impatto, anche qui un mix perfetto delle 3 voci che entrano nei giusti momenti, per una canzone che diventerà sicuramente un must nei live. Impossibile non scatenarsi con "Countdown" dove gli Amaranthe sembrano aver trovato la perfetta pozione magica per mixare ancora una volta gli elementi pop mainstream che si poggiano alla perfezione sui tipici elementi metal, in questo caso growl, riff di chitarre e ritmi marziali che richiamano i Rammstein, che improvvisamente partono a mille con accelerazioni ritmiche. La title track "Helix" ha mille sfumature che la band riesce a dosare in maniera magistrale, synth, metal, assoli e persino una parte rappata in growl: nonostante la presenza di tutti questi elementi, il pezzo risulta assolutamente credibile e trascinante. Nel loro piccolo, gli svedesi sembrano aver davvero trovato una bacchetta magica che soprattutto in quest'album, fa uscire il sound con estrema naturalezza e sempre ottimamente bilanciato. Nella successiva "Dream", si comincia con strofe rappate anche se i ritmi sono più lenti per una semiballad estremamente moderna, nella quale Elize eccelle in pathos e dolcezza nel ritornello. "GG6" ha un tiro metal elettronico e domina il growl di Henrik in un brano heavy addolcito in alcuni momenti dalla voce della Ryd e dalle tastiere. "Breakthrough Starshot" è veloce e ha ritmi quasi "dance" e le componenti metal rimangono molto in secondo piano. Anche questo è un aspetto già introdotto dalla band e ribadisce comunque uno dei lati del loro sound, osare anche in territori che difficilmente ci si permette di invadere, un po' come era successo con il singolo "That Song" del precedente album, che non poco aveva stupito anche i più accaniti fan. Ma se si riesce a superare questa barriera anche mentalmente e concettualmente difficile da scavalcare, e si apre un pò la mente, ci si accorge che il mix funziona e funziona parecchio bene. Bellissima e d'impatto è anche "My Haven" dove l'animo dolce di Elize si scontra con il growl aggressivo di Henrik per un pezzo davvero riuscito. "Iconic" parte carica e violenta, quasi thrash e rimane su quelle coordinate per buona parte della canzone, lasciando intendere che la band sa spingere anche in quella direzione. Si prosegue verso la fine dell'album e in "Unified" con grande piacere si apprezza un'ottima prova vocale del nuovo Nils, qui protagonista in una ballata dove si alterna nelle strofe e nel ritornello con la female voice. Si conclude con "Momentum",un brano in classico stile Amaranthe con ritmi veloci e ritornello catchy.


Il gruppo svedese, al loro quinto album, fortifica non poco le basi del proprio sound, che rimane ben ancorato sui suoi molteplici capisaldi. Quello che si percepisce è comunque l'ulteriore passo in avanti fatto dagli Amaranthe nel saper amalgamare al meglio tutti gli elementi così diversi della loro proposta musicale, portando da un lato a confermarli e riconoscerli come riferimenti di un modo di fare metal sicuramente diverso, e dall'altro a produrre un album di assoluta qualità compositiva, fresco, d'impatto e decisamente piacevole sin dal primo ascolto. Il gruppo riesce qui a limare qualche discontinuità percepita nei precedenti lavori a favore di una linearità e altresì di una moderna evoluzione musicale e un tiro che sono indubbiamente uno dei motivi principali del loro successo. Se capita di porsi una domanda che magari può interessare indistintamente addetti ai lavori e fan, ovvero come potrà essere il metal del futuro, gli Amaranthe sono indubbiamente una delle risposte più interessanti nel panorama odierno per chi riesce ad avere uno sguardo più ampio e non ha paura delle contaminazioni, specie se fatte con consapevolezza dei propri mezzi e sopratutto con qualità.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool