His Electro Blue Voice
Ruthless Sperm

2013, Sub Pop Records
Post Punk

Recensione di Marco Mazza - Pubblicata in data: 21/08/13

Francesco Mariani (chitarra), Claudia Manili (basso) e Andrea Napoli (batteria) sono i membri degli His Electro Blue Voice. Moniker sconosciuto ai più dietro al quale si nasconde uno dei più interessanti gruppi dell’italico panorama musicale. Per quanto fama e capacità siano molte volte in opposizione quando si parla di musica rock, la poca notorietà del trio italiano può essere in parte (una piccola parte) spiegata dal fatto che nonostante il gruppo esista dal 2007, non ha mai rilasciato un full-length. Solo singoli ed EP di non più di tre brani, pubblicati con buona costanza nel tempo, ma che sono davvero troppo poco per lasciare un segno, anche solo nell’underground del paese. Li avevamo lasciati con “Dead Sons” nel 2011, piccola (in durata) straordinaria (in qualità) gemma della produzione His Electro Blue Voice, affetta però da un problema: troppo breve per restare nella testa degli ascoltatori. Dopo due anni il gruppo decide di tentare di colmare l’handicap pubblicando, tramite la certo non sconosciuta Sub Pop, il suo primo vero album: “Ruthless Sperm”.
 
Ma che musica fanno gli His Electro Blue Voice? Come suona “Ruthless Sperm”? La soluzione che propongono è di stampo sperimentale, una mistura noise, post-punk, psych wave, kraut, post-rock, shoegaze; è difficile stilare un elenco degli ingredienti della pozione utilizzata anche per l’ultimo lavoro dei nostrani. “Ruthless Sperm” è sporco e ruvido; il processo di disgregazione dei vari stili musicali e rimescolamento dei suoi elementi, utilizzato a profusione in passato, viene ora maggiormente controllato; i tre stanno attenti che i cocci non cadano troppo lontano e donano più compattezza e omogeneità al lavoro svolto. Con i Joy Division sempre in mente, nel nuovo capitolo discografico cresce di molto la vena shoegaze. Decadenti atmosfere neogotiche per un viaggio violento in cui graffianti urla aggrediscono sin dall’opener, “Death Climb”, che con il suo incedere marziale e alienante fa da intro alla successiva “Spit Dirt”. In “Spit Dirt” si notano subito i tratti che faranno da filo conduttore per tutte le composizioni inserite in tracklist. Ripetitività e violenza a base noise e post-punk creano un piatto in cui servire la minestra shoegaze e tutto quanto possa passare per la testa dei tre: inserti elettronici o sfuriate vocali, come nel finale di “The Path”, oppure brani dai ritmi più blandi ma dai tratti inquietanti come “Red Earth”. Procedendo nell’ascolto diverse sono le influenze che si possono notare, spesso si riconoscono gli Have A Nice Life, in particolare in un brano come “Tumor”, un pezzo che nel finale sarà preso d’assalto dal synth. Scorrendo le sette tracce ci si accorge di un interessante espediente usato spesso: l’esplosiva voce è spesso confinata nella prima metà dei pezzi, (vedi “Sea Bug” o “Born Tired”), sembra abbia lo scopo di fungere da catalizzatore. Aumenta la velocità con cui i diversi elementi musicali reagiscono tra loro, ma lascia inalterato il prodotto finale. Quanto ottenuto si lascia ammirare nella seconda parte, solo strumentale o con voce ridotta a un sussurro o poco più; in questo senso le parole sembrano quasi essere secondarie, un mero mezzo di accompagnamento per raggiungere il fine.
 
Con “Ruthless Sperm” gli His Electro Blue Voice confermano quanto di buono lasciato vedere con i precedenti EP, si tirano decisamente fuori dalla banalità generale imponendosi come uno dei maggiori gruppi d’avanguardia del paese. La pubblicazione dell’album di debutto da finalmente la possibilità alla band di ottenere il giusto riconoscimento, anche (e forse soprattutto) all’estero. Lungi da questo pensare che i nostri possano arrivare a essere un gruppo mainstream, sicuramente non è quello a cui ambiscono gli stessi membri della band, l’obiettivo che hanno è molto più ‘piccolo’: creare buona musica, dare un’impronta personale e riconoscibile alle proprie composizioni, professare la propria identità. Difficile dire se “Ruthless Sperm” possa essere considerato il manifesto degli His Electro Blue Voice, la musica proposta dal trio ha subito costanti mutamenti a ogni nuovo lavoro, occorre quindi limitarsi a giudicarlo per quello che è. Ed è davvero un ottimo album.



01. Death Climb
02. Spit Dirt
03. Sea Bug
04. Tumor
05. The Path
06. Born Tired
07. Red Earth

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