Dal Valzer di protesta a ballabile Rock N' Roll, dalle viscere del Punk al qualunquismo scanzonato tipicamente cantautorale. Sullo sfondo, un cielo terso di ironia, politica di resistenza, oggetti misteriosi descritti nella disgregazione di luoghi comuni: il teatro è musica nel ritorno degli Humanoira. A distanza di ben 7 anni dal precedente lavoro "L'arte di sciogliere la neve", esce il nuovo disco dei livornesi, dal titolo "Fedeli alla linea" (sì ma della pancia).
Già passati per Arezzo Wave nel 2003 e Musica Viva nel 2005, l'idea di Riccardo Vivaldi (voce, basso e chitarra) e Davide Variale (synth e basso) si evolve e matura fino ad ora, nell'omaggio quasi celebrativo alla storia dei CCCP; ma prima avviene la messa in opera di un ottimo e innato senso di italianità sonora, quella scintilla inoffuscabile che illumina il sorriso dei menestrelli dell'underground, sin dalla notte dei tempi.
Il re più fasullo d'Inghilterra e Wanna Marchi sono solo due protagonisti di un disco capace di giocare con le età e di evidenziare le ricorrenze delle stesse, dettate dalle classi sociali, dai media, dalla psicologia della pigrizia. Diverte, riflette e fa riflettere, ricco di citazioni e registrazioni imprevedibili, suoni opposti e una importante teatralità di fondo che gioca con il senso di infanzia di chi, attonito, ascolta, rimembra, e - forse - reagisce.