Witchery
I Am Legion

2017, Century Media Records
Blackened Thrash Metal

Dalle fredde brume svedesi tornano i tenebrosi Witchery con un album al calor bianco. Anzi rosso.
Recensione di Matteo Poli - Pubblicata in data: 15/11/17

Nel 2016 l'improvviso ritorno degli Witchery con "In His Infernal Majesty's Service" stupì anzitutto la band, racconta Jensen: l'ultimo lavoro, "Witchkrieg", risaliva a sei anni prima e i membri, da sempre divisi nei loro diversi progetti, erano tutti impegnati (Patrick Jensen con gli Haunted, Rikard Rimfält con gli Seance, Sharlee d'Angelo con gli Arch Enemy). Quasi per tastare il terreno ("Qualcuno si ricorderà di noi?") la band si tolse la ruggine, arruolò un nuovo batterista, Chris Barkensjö, Toxine abbandonò consensualmente la band cedendo il posto ad Angus Norder e gli Witchery 2.0 pubblicarono il singolo "Nosferatu", anche per festeggiare i vent'anni di carriera assieme, da quel lontano 1997 in cui sorsero dalle ceneri dei Satanic Slaughter. Il feedback fu positivo oltre ogni aspettativa, cosa che infervorò la combo spingendola nuovamente ad incidere ai Dug Out Studios a neppure un anno dal precedente.


Veniamo dunque a "I Am Legion" , che prosegue e approfondisce la linea intrapresa col precedente IHIMS e non delude chi segue da tempo le evoluzioni della band: l'originale commistione di atmosfere black, soluzioni speed thrash e voci growling è evoluta negli ultimi due lavori in un metallo nero, meno concitato che in passato, ma non meno sinistro e rovente. Con gli anni, il demone della velocità è stato saziato e assunto al suo posto quello della crudele ferocia. Intendiamo: alcuni pezzi sono meno sparati, ma se perdono in velocità ci guadagnano in atmosfera e pathos. Così la sostenuta "Legion", che funge da intro al lavoro, cede alle sinistre atmosfere di "True North", cavalcata nera affidata alla perizia del riffing delle chitarre; come nei due precedenti lavori la strategia di caccia non è quella del puma, che punta sulla velocità dell'assalto, ma del serpente che stordisce, avviluppa nelle sue spire e divora noi incauti ascoltatori; così gli Witchery mantengono ciò che promettono, ovvero una graduale discesa ai caliginosi regni d'Averno: qualche tocco di tastiera qua e là non guasta e aggiunge suggestione all'insieme.

 

"Welcome, Night" è un brano percorso da una quasi insostenibile tensione, l'interminabile lancio di un'apertura che giunge liberatoria a tre quarti dal finale: oscurità tempestose punteggiate di lampi elettrici. "Of Blackened Wings" alterna lentezze sabbatiane a fughe speed, che fanno apprezzare il drumming del nuovo batterista: ora il tuo volto comincia a lacrimare sangue, le pareti si incendiano, il pavimento diventa un magma ma va tutto bene. "Dry Bones" è il brano più voivodiano dell'album, in cui le armonie diventano oblique, ripide e taglienti come lame di ossidiana, dimostrando che si può fare ottimo e spietato metallo senza correre per forza a duemila all'ora: a quello ci pensano le successive "Amun-Ra" e soprattutto "Seraphic Terror", scaraventata come un asteroide di antimateria nei nostri padiglioni auricolari. Forse quello che ci piace di più degli Witchery è la capacità (o la necessità?) quasi magica di essere originali e personali senza mai sconfinare nel NU qualcosa, sempre fedeli all'Old School e ad un songwriting tutto sommato tradizionale. In "A Faustian Deal" il Maligno in persona, a passi lenti, tende la sulfurea zampa all'ascoltatore invitandolo con la band nel Magico Pentacolo: possiamo sottrarci? No davvero, tanto più che al disco hanno partecipato anche quei famigerati figuri di Hank Shermann (Mercyful Fate) e Mike Wead (King Diamond). Un ultimo sguardo all'ospite inaspettato evocato dal nostro improvvisato Sabba (la cupa "An Unespected Guest") e ci troviamo alla presenza dell'Alchimista ("The Alchemist") che trasformerà in oro il piombo delle nostre anime.


Prodotto da Daniel Bergstrand (In Flames, Behemoth, Meshuggah), "I Am Legion" non sarà forse un disco accattivante ed eccessivamente à la page, ma chi cerca musica genuina e metal di prim'ordine non prosegua oltre: gli Witchery, torvi e roventi, lo attendono.





01. Legion
02. True North
03. Welcome, Night
04. Of Blackened Wing
05. Dry Bones
06. Amun-Ra
07. Seraphic Terror
08. A Faustian Deal
09. An Unespected Guest
10. Great Northern Plague
11. The Alchemist

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