Formata dai fratelli Mick e Richard quarant'anni fa, i Fortune si fregiarono dell'interessante, benchè non del tutto rara peculiarità, di pubblicare due album di debutto dal titolo eponimo. Il primo uscì nel 1978 non suscitando grosse attenzioni da parte dei media; il secondo invece, rilasciato nel 1985 a seguito di un'importante ristrutturazione all'interno del gruppo, riscosse un enorme successo di critica e appassionati. Dopo diverse e infelici resurrezioni a partire dal 2006, i nostri tornano ora con un nuovo lavoro, "II", sotto il patrocinio della sempre vigile Frontiers.
Gli USA di Ronald Reagan, la DeLorean, Michael J. Fox e Cynthia Rhodes: il sound dei nostri è puro déjà vu inizio anni ‘80, un tuffo nel periodo più trionfale dell'AOR prima che hair metal e sleaze prendessero possesso di MTV. Il disco mostra in bella vista gli ingredienti necessari a un suo immediato assorbimento: armonie raffinate, vivaci linee di chitarra, sezione ritmica in perenne pulsazione, tastiere che vanno oltre il semplice decorativismo, sintetizzatori a profusione, ritornelli a dir poco orecchiabili.
Ed ecco, dunque, che la radiofonia da stadio di "Shelter Of The Night", "Overload" e "What A Fool I've Been" conquista nostalgici e parvenu, l'esuberante"All The Right Moves" riesce a tener fede in maniera egregia al proprio titolo, le turgide ballate anthemiche "A Little Drop Of Poison (For Amy W.)" e "Heart Of Stone" carezzano e commuovono, il climax ascendente di "The Night" riesuma muscoli e flessioni. La fluida presenza vocale dell'inossidabile Larry Greene e una produzione estremamente nitida aggiungono quel quid in grado di rendere l'opera un piccolo bijou dell'hard rock ad alta concentrazione melodica.
La carriera dei Fortune, forse, poteva aspirare a ben altro livello: ma "II" conferma come lo status di cult band, per i californiani, poggi su solide fondamenta. Vintage, naturalmente.