Il Cerchio D'Oro
Dedalo E Icaro

2013, Black Widow
Prog Rock

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 09/06/13

Parlare de Il Cerchio D’oro vuol dire tornare con la memoria a quel periodo (gli anni ’70) di estremo fermento della scena progressive rock italiana, quando band di importante caratura sia a a livello tecnico che compositivo erano il fiore all’occhiello della nostra penisola. Alla prima incarnazione (con la quale diedero alle stampe solamente tre singoli tra il 1977 ed il 1979) seguirono anni di silenzio (ma non di inattività, visto che i vari componenti si sono tenuti impegnati all’interno di altre formazioni), interrotti nel 2005 con la stampa di “La Quadratura Del Cerchio” (inediti e cover di altri gruppi italiani di rock progressivo) e con la riunione, nel 2006, della formazione storica: Giuseppe Terribile (basso, chitarra acustica e voce), Gino Terribile (batteria e voce), Franco Piccolini (tastiere), Piuccio Pradal (chitarra a 12 corde e voce), Roberto Giordana (chitarra) e Bruno Govone (chitarra elettrica).

Con “Dedalo E Icaro” (il secondo dalla riunione, dopo “Il Viaggio Di Colombo” del 2008) i Nostri tornano nuovamente nei territori del concept album, narrandoci la millenaria storia di Dedalo e di suo figlio Icaro e di come quest’ultimo sia morto per essersi avvicinato troppo al sole grazie alle ali di cera realizzate da suo padre. Storia nota e risaputa che viene sfruttata come impalcatura sulla quale costruire le elaborate partiture musicali, le progressioni e l’avvicendamento di ritmi che caratterizzano la musica proposta da Il Cerchio D’oro. Come nella migliore tradizione prog è lo strumento musicale che fa la parte del leone, come nell’ottima “Labirinto”, composizione strumentale che si sviluppa in un susseguirsi di assoli dei diversi strumenti, o “Il Mio Nome E’ Dedalo” con un sintetizzatore molto vicino alla PFM, o ancora la conclusiva “Ora Che Son Qui”, dove la chitarra acustica, il piano ed il sax rendono perfettamente quell’atmosfera di struggente rammarico che chiude la narrazione della storia. A dare il tocco conclusivo a questa interessante proposta ci pensano gli illustri ospiti (tutti di dichiarata caratura) che offrono il loro contributo alla causa de Il Cerchio D’oro: Martin Grice (Delirium) suona sia flauto in “Labirinto” che sax in “Ora Che Son Qui”; Ettore Vigo (anche lui Delirium) al piano in “Ora Che Son Qui”; Giorgio “Fico” Piazza (ex PFM) al basso in “L’arma Vincente”; Pino Sinnone (ex The Trip) alla batteria su “Il Mio Nome E’ Dedalo”.

La rinascita de Il Cerchio D’oro in questo nuovo millennio, la realizzazione di due album di pregevole fattura, nonché una continua crescita artistica, fanno ben pensare che il meglio debba ancora arrivare per la formazione savonese, che di certo preferisce guardare al futuro piuttosto che vivere di rendita all’ombra di un lontano passato, come capita di osservare nel caso di molte reunion degli ultimi tempi.



01. Il Mio Nome E' Dedalo
02. Labirinto
03. La Promessa
04. L’arma Vincente
05. Una Nuova Realtà
06. Oggi Volerò
07. Il Sogno Spezzato
08. Ora Che Son Qui

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