Il Nido
I Piedi Della Follia

2013, Gaiden Records
Alternative Rock

Recensione di Nicolò Rizzo - Pubblicata in data: 20/10/13

Quando si è ipocondriaci, si tende ad autodiagnosticarsi varie malattie esistenti e non (ovviamente di natura assolutamente incurabile e dal rapido decadimento) in base a piccoli segni, dei piccoli campanelli d'allarme. Formicolio al braccio? Infarto! Orecchio tappato? Probabile ictus. Fatiosi pruriti intimi? Meglio non saperlo. Ebbene, ascoltando il nuovo disco de Il Nido ho capito quanto sia importante riconoscere i vari campanelli d'allarme anche (e forse soprattutto) in ambito musicale, indispensabili per salvare l'ascoltatore da possibili e irrimediabili fraintendimenti, che potrebbero portare all'acquisto di un cd dalle forti proprietà lassative. Insomma: più  che una recensione, quello che seguirà sarà un vero e proprio foglietto illustrativo.

Innanzitutto, è bene farsi una domanda: cosa aspettarsi da un disco che si chiama "I Piedi Della Follia"? Facile: di tutto. E in effetti in questo disco c'è veramente di tutto e di più, concentrati in modo tale da rendere bene l'idea di follia prefissata dal titolo, tra scorrerie di puro funky che si mischiano abilmente (ma non sempre) a potenti power chords metal, passando per un po' di sano jazz che danno al tutto un'atmosfera grottesca, un mix irrefrenabile che a tratti conferisce al tutto una sfumatura progressive (ma proprio un accenno). Se il titolo è già un primo e importante campanelli d'allarme, il secondo viene subito dopo: "L'inutile Epicità", traccia d'apertura del disco. Come anticipato dal titolo, questo brano è a tutti gli effetti inutile, un inizio con archi e trombe di stampo morriconiano che si estranea (volutamente) dal contesto del disco, dando al tutto una sfumatura surreale che (questa sì) ben si addice allo spirito dell'album. Insomma: se cercate serietà, avete sbagliato numero. E se non ne siete del tutto convinti, ascoltate i testi con attenzione: scritti con bravura, carichi di un forza irrisoria notevole, che a volte sfocia nel satirico (senza tuttavia raggiungere vette di originalità tali da poter essere definiti geniali), i testi sono forse l'unica cosa che merita veramente di essere ascoltata, sebbene non siano assolutamente pervasi della minima sfumatura poetica. Del resto, è proprio il primo verso di "Lex Intro" a costiuire un altro importantissimo campanello d'allarme: "La normalità è una brutta bestia". Un minimo appiglio di normalità tuttavia c'è, ed è la bravura dei musicisti, che si cimentano in pezzi di certo non facili, dimostrando un'abilità offuscata spesso dala voce, che lascia molto a desidere e che, salvandosi solo durante i falsetti, non fa altro che sottolineare l'intento parodico del disco e togliere dignità alla band. Insomma, va bene divertirsi, ma un po' di serietà a volte non guasta.

Attenzione, dunque: "I Piedi Della Follia" è la perfetta colonna sonora per un ipotetico poliziesco all'italiana con protagonista Lino Banfi, che a volte fa sorridere ma più spesso fa storcere il naso per alcuni accostamenti sitlistici non troppo azzeccati. Possiamo dire di essere comunque curiosi per quanto riguarda una possibile svolta futura, che magari renderà quell'epicità non troppo inutile. Nel frattempo, tenere fuori dalla portata dei bambini.



01. L'inutile Epicità
02. Lex Intro
03. Metronotte (feat. Matteo Gabbianelli)
04. Danza Cutturu
05. Il paraEnormale
06. Chimichanga
07. L'indegno Vito
08. Stimoli Avversi
09. Operazione Nido
10. Arrivederci E Tante Care Cose

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool