Impellitteri
Venom

2015, Frontiers Records
Speed / Power Metal

Recensione di Giulio Beneventi - Pubblicata in data: 16/04/15

La quattordicesima corsa in carriera per il chitarrista più veloce del pianeta Chris Impellitteri ha come target questa volta non solo quello di rincorrere i 299.792,458 km/s e così allietare al solito modo gli adepti della sei corde ma anche quello più ambizioso di tentare di convertire l’eretica massa di detrattori del rock chitarristico ipervirtuoso in cui rientra anche il sottoscritto. Il mix scelto per l’operazione è uno speed - power metal fortemente in debito delle sonorità anni ’80 del primo “Stand In Line” (1987) e più in generale di Stryper e co., dai riff ben costruiti, vertiginosi soli sulla cui tecnica non perdo neanche tempo a pronunciarmi inutilmente e dalla grintosa voce del singer/partner di lunga data Rob Rock (dai lontani tempi dei Vice e M.A.R.S.) che fanno di Venom, in uscita oggi per Frontiers Records, un lavoro molto interessante con l’indubbio pregio di offrire una visione attraente del metallo anche a chi nutre soltanto un interesse passivo per il genere. Si tratta infatti di un blocco granitico di 10 composizioni legate da intuitivi lick e sorretto da un lavoraccio coinvolgente (ed encomiabile) alle ritmiche di Pulli e Dette che dall’aggressivo terzetto iniziale title-track / “Empire Of Lies” / “We Own The Night” non cala un attimo di intensità, risultando forse eccessivamente ripetitivo e indigesto nel lungo periodo per l’ascolto dei meno affini a cui punta l’album, specialmente nel finale meno ispirato, almeno a livello melodico, di “Time Machine” e “Holding On”.  

 

Ad ogni modo, lasciando da parte questi dettagli che abbassano non di tanto il voto complessivo e passando sopra le ormai consuete (e più che fondate) accuse di clonazione malmsteeniana, devo ammettere di aver trovato più che mai impressionante il vibrato e la cristallina pulizia di esecuzione del guitar hero, che con disumana tranquillità riesce a coniugare speditezza con armonia e potenza, e laddove ho sempre e solo percepito il freddo e l’inespressività del chitarrismo fine a sé stesso, Impellitteri è riuscito in più occasioni a trasmettermi vere emozioni. E pure forti.





01. Venom
02. Empire Of Lies
03. We Own The Night
04. Nightmare
05. Face The Enemy
06. Domino Theory
07. Jehova
08. Rise
09. Time Machine
10. Hondling On

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