The Pheromone Syndicate
Impetus

2017, AUSR
Electronic Rock/Drum n' bass

Il convincente ritorno di Sandro Capone in una veste completamente nuova.
Recensione di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 28/01/18

Nel corso degli anni sono moltissimi gli esempi di artisti che hanno avuto una svolta radicale nel corso della propria carriera musicale in termini di genere proposto. Le reazioni del pubblico in questi casi sono sempre polarizzate. D'altronde è impossibile accontentare tutti e a chi incoraggia cambiamenti e novità sarà sempre contrapposta la schiera dei nostalgici. Il copione ci è già stato illustrato in diverse occasioni, ma poche volte il cambiamento è stato così radicale come nel caso di Sandro Capone. Il chitarrista piemontese si è fatto un nome suonando nei Temperance e nei Bejelit, due grossi nomi del panorama metal italiano, ma nell'ultimo periodo ha deciso di distaccarsi dal genere che ha suonato per una vita, dedicandosi ad un nuovo progetto interamente solista. Nasce in questo modo il moniker The Pheromone Syndicate, con il quale Capone, dopo un anno di lavoro, ha dato alle stampe l'album di esordio "Impetus".

 

Partiamo affermando che, come illustrato in precedenza, l'album non ha niente a che vedere con il passato musicale del chitarrista. "Impetus" si tratta infatti di un lavoro prettamente drum n' bass in cui sono comunque diverse le influenze rock. Il punto di riferimento principale del platter sono i Pendulum, a cui Capone si è ispirato per costruire le nove tracce che compongono la release. Tutto questo potrebbe forse sembrare uno scherzo ad un purista, ma vi assicuriamo che non è il caso. Il musicista infatti si dimostra in grado di creare tracce coinvolgenti e con una grande energia, senza disdegnare passaggi elettronici sempre riusciti. L'opera dà il meglio di sé nelle parti prettamente strumentali, in cui l'esuberanza tipica della drum n' bass si scontra con le chitarre ruggenti. Rimane comunque notevole la prova vocale di Capone che, in questo frangente, si dimostra oltretutto un valido polistrumentista, in grado di tenere sotto controllo tutte le varie componenti del lavoro. Tra i pregi del disco da segnalare è la coesione complessiva del lotto che non annoia minimamente durante l'ascolto. Fin dall'intro "Aggregation", Capone ci porta in un mondo fatto principalmente di synth e tastiere, senza comunque perdere la cattiveria di un tempo. Tra le piste più degne di nota è impossibile non segnalare "Releaser", che unisce una componente puramente elettronica a riff e sferzate quasi metal e "Primer", fantastica epopea in crescendo nella quale, durante la seconda metà può esplodere tutta la tensione accumulata nei primi due minuti. A distinguersi invece in chiusura dell'album è "Sex", dai toni più delicati e melodici, ma comunque convincente e orecchiabile.

 

Il primo passo della nuova avventura di Sandro Capone si può definire ben riuscito. Non è certo facile abbandonare il genere che si suona da una vita in favore di qualcosa di completamente diverso e bisogna anche sottolineare il coraggio di una simile scelta. Se poi, come in questo caso, il risultato raggiunto è più che buono, non si può far altro che lodare la scelta del musicista. "Impetus" è un lavoro ben equilibrato e misurato che se preso con il giusto piglio potrà far felice anche un pubblico abituato a sonorità più dure.





01. Aggregation
02. Alarm
03. Epideictic
04. Releaser
05. Signal
06. Territorial
07. Primer
08. Trail
09. Sex

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