Black Sites
In Monochrome

2017, Mascot Label Group
Heavy Metal

Recensione di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 19/02/17

Dopo aver pubblicato tre dischi con i Trials e aver deciso di chiudere quel capitolo della sua carriera, Mark Sugar nell'ultimo anno ha dedicato anima e corpo al suo nuovo progetto: i Black Sites. Dopo aver lavorato alle demo insieme al batterista Chris Avgerin per alcuni mesi, ai due si sono uniti John Picillo al basso e il chitarrista Ryan Bruchert e insieme hanno dato finalmente vita a "In Monochrome".

 

L'album di esordio dei Black Sites si presenta come un lotto di nove brani che si muovono tra l'heavy metal più datato e storico e l'alternative più moderno, accogliendo al loro interno anche diverse influenze prog. La durata media dei pezzi è infatti piuttosto elevata (solo in due casi si scende sotto i 5 minuti) e le soluzioni che permettono ai brani di evolversi sono sempre ricercate e assolutamente mai banali. Uno dei pregi maggiori del lavoro è il fatto che, a fronte di tracce strutturate, cambi di tempo e lunghe intro strumentali, il disco risulta molto gradevole all'ascolto nella sua interezza. I pezzi si susseguono senza pausa e in nessun caso annoiano l'ascoltatore, raggiungendo quindi un perfetto equilibrio tra la componente puramente tecnica e quella dell'accessibilità. Protagonisti principale di "In Monochrome" sono Sugar e Avgerin. Il primo si muove bene attraverso diversi tipi di cantato, adattandosi alle diverse influenze di ogni pezzo e utilizzando quindi la sua voce roca e potente alla perfezione, oltre a dilettarsi in sporadici casi in un cantato più estremo. Il batterista si fa notare invece per una buonissima tecnica, che gli permette di arrivare a soluzioni in grado di portare avanti i brani in maniera egregia, sostenendo anche il lavoro degli altri musicisti.

 

Il lavoro si apre con l'intro "M Fisto Waltz", che alza la tensione prima del devastante attacco di "Dead Languages". Fin da subito è evidente quanto illustrato precedentemente: il riff tritaossa è sostenuto da un drumming tecnico, veloce e preciso e il brano si apre leggermente nel ritornello, concludendosi poi con un assolo di buonissima fattura. Dopo un inizio più che convincente i Black Sites continuano l'ottima prova con "Monochrome", che si sviluppa su riff oscuri. Nonostante la durata elevata il pezzo si evolve in modo sapiente e le lunghe parti strumentali al suo interno sono una continua sorpresa. Dopo l'assalto più classico ma comunque convincente di "Burning Away The Day", "Hunther Gatherer" viene costruita su un arpeggio oscuro e aumenta di intensità fino all'ingresso del riff principale. Notevole in questo caso è la prova vocale di Sugar, che si ispira particolarmente al primo heavy metal. Dopo "Watching You Fall", che poco aggiunge a quanto sentito finora ed è forse l'unico brano leggermente insipido, è la devastante "Locked Out - Shut Down" a farsi strada con batteria veloce, riff thrash e un cantato estremo a sottolineare la particolare cattiveria del pezzo, comunque ben costruito come i precedenti. Dopo aver messo in piedi sette tracce di ottima fattura, i Black Sites si permettono di dilagare con "In The Woods", senza dubbio brano migliore del lotto, in cui tutti i musicisti lavorano in un perfetto connubio per dare vita ad un'epica epopea di 8 minuti. "In The Woods" si sviluppa su oscuri giri di basso, riff accattivanti e viene scandita dal superbo lavoro di Avgerin, protagonista assoluto dell'accelerazione finale. Il lavoro si conclude con la power ballad "The Tides", che pur essendo diversa dagli altri brani si adatta bene al resto del disco.

 

Tra atmosfere oscure, riff tritaossa, momenti più riflessivi e accelerazioni devastanti, "In Monochrome" è un album costruito ottimamente da Sugar e compagni. Quello che sorprende, oltre alle indiscutibili doti tecniche e di songwriting, è la capacità di rendere questi brani accessibili a qualsiasi appassionato di rock e metal, senza troppe distinzioni o ideali barriere di genere. Il consiglio è di non lasciarsi sfuggire queste nove tracce e di segnarsi il nome di Sugar e dei Black Sites: dopo un disco di esordio del genere siamo sicuri che saranno in grado di sorprendere anche in futuro.





01. M Fisto Waltz
02. Dead Languages
03. Monochrome
04. Burning Away The Day
05. Hunter Gatherer
06. Watching You Fall
07. Locked Out – Shut Down
08. In The Woods
09. The Tides

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