È sulla dura roccia levigata da precise linee di basso, rari giochi di elettronica ed elementari riff di chitarra che gli Jacuzzi Boys costruiscono il disco omonimo, un disco quadrato e pratico che ricama note di profonda convinzione e grazia nella sua semplicità generale.
Una sorta di Surf Rock che viaggia silente con la bassa marea, verso mete sconfinate non definite, lasciandosi trasportare dalla brezza elettrica di timidi synth: è il Garage provocatorio e delicato della East Coast, che nel nuovo album accoglie essenziali componenti voltaiche, il collante trasparente tra regolarità e invettiva.
I Boys sono Gabriel Alcala, vocalist e chitarrista, Diego Monasterios alla batteria e il bassista Danny Gonzalez. La band proveniente dalla Florida si forma nel 2007, e registra due dischi rispettivamente nel 2009 e nel 2011: è grazie al successo di "Glazin'" che acquisisce sempre più attenzione e supporto, fino all'ultima produzione settembrina.
È questa quindi la solita scommessa del terzo album, che si incastona con la titolazione self, come se il trio Garage volesse comunicare in tutta onestà il più semplice dei concetti: "Questi siamo noi". Prendere o lasciare. Il consiglio è quello di prendere, e i motivi validi sono almeno due: la sobria sperimentazione e la convincente complicità, valori che emergono immediatamente ascoltando la serie di undici tracce, costituiscono forti elementi di riflessione ed ispirazione.