Jimmy Barnes
30:30 Hindsight

2014, Mascot
Blues Rock

Recensione di Valerio Cesarini - Pubblicata in data: 21/10/14

Il 2014 segna il trentennale della carriera del bluesman scozzese/australiano James Dixon Swan, meglio conosciuto come Jimmy Barnes, e il chitarrista e cantante decide di festeggiare con l'uscita del suo quindicesimo album in studio. "30:30 Hindsight" è una raccolta delle migliori hit di Barnes, da lui riarrangiate, totalmente risuonate e rimodernate, con l'aggiunta di un cast di ospiti da brivido. Il risultato è un album di grosse dimensioni e grossi suoni, a partire dalla voce di Jimmy, più roca e potente che mai, che condisce del tipico grit del blues rock più sanguigno tutto il lavoro, senza farsi mancare momenti "alti" in caratura e... frequenza, data la notevole estensione e riserva di voce dell'ormai ultrasessantenne artista.


Basta assaggiare questo disco per capire che Barnes non si è limitato alla pura ri-proposizione, ma ha effettuato un lavoro di attenta revisione dei suoi brani. L'album si apre con "Lay Down Your Guns", che alle sonorità anni '90 tipiche del periodo in cui uscì (precisamente 1991, in "Two Fires") sostituisce ritmiche più serrate, sonorità più genuine, dove le chitarre blues prendono volentieri il posto delle tastiere. Segue la più raffinata "Time Will Tell", cantata in duetto con i Baby Animals, ma sempre forte di una spinta rock. In tal senso per tutto l'album si perde la vena pop che più i tempi che altro imprimevano all'artista, e si naviga in un territorio al confine fra hard rock e blues. Altro brano emblematico diventa dunque "Working Class Man", anch'essa deprivata delle tastierone anni '80 (nonostante la presenza di Jonathan Cain dei Journey), che diventa un rock anthem ancora più potente, caratteristica comune a molti pezzi in quest'album. Poderosi gli acuti alla fine, momenti ricorrenti per tutto l'ascolto, forti anche di un lavoro di post-produzione figlio delle tecnologie moderne e raramente ingombrante (anche se qualche sentore di autotune, che dovrebbe essere presente ma "invisibile", c'è).


E così si viaggia per la carriera di un rocker d'altri tempi, fra momenti più intimistici e leggeri ("Still On Your Side"), a passaggi del rock più heavy possibile ("Love And Hate"), anche toccando il blues più purista tanto caro a Clapton e co., con "Stone Cold", cantata assieme a Tina Arena. I suoni sono ben organizzati e il sentore di digitale è ridotto al minimo, la perizia di Jimmy come frontman è evidente, come chitarrista non c'è assolutamente nulla di cui lamentarsi per quanto riguarda le ritmiche, mentre spesso i momenti solistici vengono affidati agli ospiti. E chi non lo farebbe, con guests come Joe Bonamassa (già assieme a Barnes in "Lazy", qui sui soli di "Stone Cold").

 

Qualsiasi fan di Barnes non può farsi mancare quest'album, che risulterà molto gradevole anche ai numerosissimi che amano il blues rock più potente, capace di soddisfare con una discreta varietà musicale e un ottimo rapporto qualità-quantità. Si tenga infine presente che si tratta di un album blues, di un artista decisamente classico per modi e temi, e fra l'altro senza inediti: chiedere l'originalità a quest'album sarebbe da ascoltatore ipocrita. Buon risultato destinato dunque a tutte le orecchie e soprattutto ai fan di Jimmy Barnes, encomiabile a livello vocale e musicale, e un modo soddisfacente di festeggiare un anniversario.





01. Lay Down Your Guns (w/ The Living End)
02. Time Will Tell (w/ The Baby Animals)
03. Good Times (w/ Keith Urban)
04. Ride The Night Away (w/ Little Steven)
05. Stand Up (w/ Mahalia Barnes + The Soul Mates)
06. I'd Die To Be With You (w/ Diesel)
07. Stone Cold (w/ Tina Arena & Joe Bonamassa)
08. Working Class Man (w/ Jon Cain and Ian Moss)
09. Going Down Alone (w/ Journey)
10. Love And Hate (w/ Shihad)
11. No Second Prize.
12. I'd Rather Be Blind (w/ Jon Stevens)
13. When Your Love Is Gone
14. The Other Kind

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