Joe Satriani
What Happens Next

2018, Legacy Recordings
Rock Strumentale

Recensione di Sergio Mancuso - Pubblicata in data: 12/02/18

Se siete senza capelli, come il sottoscritto, e avete preso una chitarra in mano almeno una volta, allora non potrete non aver voluto emulare Joe Satriani, il più sexy Guitar Hero calvo della storia del rock'n'roll che con "What Happens Next" mette bene in chiaro che il suo talento non ha nulla di umano: solo un alieno può suonare così una sei corde.

 

L'album si apre con "Energy", un rock grezzo ma di classe e mette subito in luce la ricerca melodico/stilistica dell'album: ottimi soli, canzoni semplici e volutamente non iper tecniche, senza la ricerca spasmodica del virtuosismo fine a se stesso com'è evidente anche in "Smooth Soul", un rilassato omaggio rock-soul alla maniera di Satriani al maestro messicano Carlos Santana. In "Headrush" la sezione ritmica riesce nella straordinaria impresa di mantenere Joe in secondo piano, un'impresa in cui solo degli artisti di comprovata bravura potevano riuscire, e infatti al basso troviamo Glenn Hughes - che si cimenta in un'interessantissima parte di slap suonato alla fine di "Cherry Blossoms" - e alla batteria Chad Smit, non certo due sconosciuti.

 

Tornando alla questione poc'anzi avanzata possiamo affermare che se a Satriani unite Chad Smith e Mr. Glenn Hughes non potrete che avere un trio di "cazzutissime rock star": loro lo sanno e ci tengono non solo a metterlo in mostra, ma anche ad affermarlo vibratamente ed ecco che ci troviamo di fronte a "Super Funky Badass", una canzone dalle melodie leggermente psichedeliche intrecciate al rock e al funky. Si parte alla grande e si continua in un crescendo culminante con il lunghissimo solo: uno dei momenti chitarristici clou dell'intero album. La stratosferica "Forever And Ever", pezzo finale dell'album e si rivela essere un chiarissimo omaggio al genio di Jimi Hendrix (soprattutto nell'intro);  speriamo sia una promessa e che il nostro alieno preferito possa deliziarci ancora e ancora con il suo carezzare in maniera sopraffina le sei corde.

 

Tirando le somme questo è un album di classe, scanzonato e un omaggio alla Satriani maniera al rock melodico interessante anche per la formazione del tutto originale con diversi pezzi degni di nota e con un unica nota dolente: "Cabot", una traccia che nulla aggiunge a quanto Satriani aveva da dire e che se fosse stata tolta la tracklist, questa non ne avrebbe risentito. Un album d'ascoltare per tutti gli amanti della chitarra ma che farà contenti anche i batteristi e i bassisti più ambiziosi per le sue ritmiche sontuose e mai fuori posto.





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