Kasabian
Kasabian

2004, Arista Records
Alternative Rock

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 21/10/14

Nessuna gradazione di rosa. Nessuna audace (troppo?) rievocazione storica. Nessun riflettore.

"Kasabian": prima ancora che un album, un canto liberatorio acceso dall'alcolica arroganza british, saturato da una rabbia underground repressa ma non troppo, fomentato da rigurgiti di rivolta sociale e tensioni d'autoaffermazione. Raddolcito dall'adultera unione tra pulsazioni elettroniche e graffi vocali da musica di strada, consumata tra i cazzotti e gli spintoni del moshpit, in un persistente sentore di stupefacenti (esemplificativi, nel video di "Cutt Off", i "John was a scientist, he was hooked on LSD" accompagnati da squali volanti)

E' un esordio, quello dei quattro poco raccomandabili giovanotti di Leicester, grezzo, sporco, che si mostra presto imperfetto nella sua monocorde e tenace riproposizione di martellanti beat ma che subito coinvolge in un'inarrestabile oscillazione tra la malcelata ferocia di propagande antipolitiche (non è un mistero che "Club Foot", autentico cavallo di battaglia della band, sia un'aperta dedica all'eroe della resistenza antisovietica Jan Palach) e l'illusoria dolcezza di dediche politicamente scorrette all'arte delle Muse (i "Music is my whore" del valzer lisergico "I.D."), tra il denso e scarno semi-r'n'b dell'acerbo Tom Meighan difese da rocciose muraglie a basse frequenze (le quattro corde di "Processed Beats", le tastiere di "Running Batte") e le stonate, allegrotte parentesi di Sergio Pizzorno in "Test Transmission".

Un album che aprirà le prime faide e farà accendere le prime luci attorno a un gruppo che finirà presto per perdere la propria strada tra un dozzinale pop o alcune parzialmente artefatte (benché spesso splendide) atmosfere settantiane: un inno di "Lost Souls Forever" ancora non ritrovatesi nel laccato paradiso del mainstream, un disco che come l'eroe della sua opener brucia rapidamente, e si fa amare nella sua sanguinante follia e nei suoi vaneggianti cori.

 

K. I. L. L.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool