Kathryn Williams
Hypoxia

2015, One Little Indian
Indie

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 21/07/15

Va dato merito a Kathryn Williams.
Va dato merito alla cantautrice statunitense non solo per aver rispettato e quindi non idolatrato a dismisura la poetessa Sylvia Plath. Ma partiamo con ordine, perchè quel che c'è da dire è che questo nuovo album di Kathryn Williams , proprio questo "Hypoxia" non sarebbe dovuto nascere così com'è arrivato a noi. Magari sotto altra forma e non sotto l'ispirazione della Plath, diventata sempre più l'icona dei fallimenti umani e sociali del dubbio gusto di alcune personcine, alla pari di un Bukowski o un Jim Morrison insomma. Tutto inizia quando alla Williams viene commissionato un tributo proprio alla Plath in occasione del Durham Book Festival, una celebrazione dedicata all'autrice di ‘La Campana di Vetro'.
 

 

Ma quando uno è artista e possiede quel tipo di sensibilità difficile da spiegare (figuriamoci da descrivere) non è facile staccarsi da ciò che ha colpito l’animo. Proprio il caso della Williams che, come da copione, è riuscita sì a presentare alcuni brani per il Festival dedicato a Sylvia Plath ma non ha abbandonato il progetto come previsto. Dopo aver composto qualche altro brano infatti si è ritrovata tra le mani un album, figlio dell’ispirazione appresa dalla Plath. In collaborazione con Ed Harcourt quindi, ha ben rileggato 9 brani, comprensibilmente legati dalla stessa anima tormentata e cupa, senza il timore di spaziare per lidi sonori molto diversi tra loro. Sussuri elettronici, riverberi spavaldi ed una voce, mai troppo presa dal “voler far vedere” ma dedicata all’interpretazione giusta per ogni brano. La chitarra acustica gioca un ruolo fondamentale così come l’intero comparto pianistico dove spicca la memorabile espessività di una “Cuckoo”. La tuonante passione mai troppo sdolcinata (“Tango With Marco”), l’oscurità che aleggia intorno alle partiture di “Battleships”, (schietta e vera nel cantare "all I wanna do is disapper..") o l’intimità chiaroscura di una chitarra ed una voce in “When Nothing Meant Less”. Dicevamo proprio che va dato merito a Kathryn Williams. Sì, proprio così. Soprattutto per esser riuscita a cogliere l’anima delle parole della Plath, mantenendo comunque una personalità artistica. Il merito di questo “Hypoxia”  è proprio quel non scadere in facili soluzioni, sonore e letterarie. Perchè prima di condividere aforismi o frasi random rubate da contesti che non le vogliono veder strappate, bisognerebbe capire ciò che si sta strappando.





1.Electric
2.Mirrors
3.Battleships
4.Cuckoo
5.Beating Heart
6.Tango With Marco
7.When Nothing Meant Less
8.The Mind Is Its Own Place
9.Part Of Us

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