Citare i Joy Division, apertamente, mettendoci dentro buone dosi di noise, ballabili reminiscenze krautrock e -perché no?- tanta distorta rabbia. Una presentazione suggestiva per i Kill Your Boyfriend, un impatto immediatamente crudele e prepotente, fin da quando l'introduttiva, strumentale "Death List 1" raggiunge il termine della sua breve corsa.
"The King Is Dead" assume la forma d'un listino di vittime e prosegue, sempre malsano ed efferato, in un appello sguaiato e schizoide (le strofe di "Frank" spiegano a dovere la scelta dei due aggettivi). Brani che raramente eccedono i tre minuti, con un passo debitiamente cadenzato da un basso spessissimo e da decise elettroniche. La voce abbandona da subito ogni velleità melodica, le chitarre s'impegnano a fare un perpetuo, disarticolato casino (eccetto in qualche apprezzabile sosta atmosferica pregna d'effetti, come in "Jesse").
L'esordio dei Kill Your Boyfriend è un (discreto) disco intransigentemente rumoroso, volutamente sgraziato (spesso anche troppo), anacronistico ed assolutamente ermetico: non un ascolto per tutti, ma di certo quaranta minuti capaci di offrire una manciata di spunti a chi abbia voglia di passare un po' di tempo in preda a un'angosciosa paranoia.