Dopo la prima avventura in studio nel 2014, e l'apparente allontanamento temporaneo del chitarrista Antti Wirman per via di una collaborazione coi Children Of Bodom, i King Company hanno continuato a produrre materiale fino al contratto discografico con Frontiers Music.
L'album di debutto è stato registrato e mixato da Janne Wirman e Kal Kaercher, "One For The Road" è uscito nel 2016 ricevendo subito ottime recensioni da tutto il mondo. Poi nel 2017, il cantante Pasi Rantanen si ritrova ad affrontare alcuni spiacevoli problemi alle corde vocali e, dopo una straziante ricerca di un sostituto, la band sembra aver pescato dalla rete (YouTube) il perfetto frontman, l'italiano-argentino Leonardo F. Guillan. Se il primo album si era rivelato una buona scelta per gli amanti dell'Hard Rock anthemico in stile Whitesnake, questo lavoro pare non smentire le aspettative fin dall'anteprima estratta dal full length ovvero il brano "Living In A Hurricane" con il relativo video ufficiale in cui, tra corse in Lamborghini, posti di blocco, parcheggi sotterranei e arrampicate tra i monti senza il dovuto equipaggiamento, la piega perfetta del cantante non si scompone mai, alla faccia dell'uragano.
La tracklist si apre a bomba con un ritmo indiavolato e che sfocia a tratti nel metal, riff galoppanti e un assolo non troppo originale con contorno di tastiere anni '80. Passando a linee vocali, atmosfere e dinamiche, queste invece ricordano a momenti quelle dei lontani cugini Svedesi Eclipse. "One Day Of Your Life" vira più sullo stile tedesco, con questa voce distorta e forzatamente impostata, ma fortunatamente si apre qualche secondo più tardi, forse manca un po' più di melodia, ma il ritornello non guasta l'atmosfera epica. "Stars" è un pezzo che spiazza per la semplicità del testo e della struttura, e si lascia ascoltare piacevolmente, con le tastiere in primissimo piano, un mood romantico e melodrammatico, un solo piacevolmente ruffiano e il successivo cambio di tonalità che eleva il pezzo nel migliore degli stili delle super ballads anni '80.
Vi piacerà "Under The Spell", molto apprezzabili le armonie vocali e le tastiere che riempiono ogni cosa, nonostante il testo a tratti un tantino ripetitivo. Decisamente romantica anche "Never Say Goodbye", un piano e una melodia trascinanti, con quel mood orchestrale che incalza, mentre con "Learn To Fly" vi sentirete letteralmente decollare. Peccato venga spesso penalizzato il basso a favore delle parti di batteria così preponderanti insieme alle tastiere. Ulteriori momenti degni di nota sono il riff che apre "Berlin", la voce sporca e carismatica su "King For Tonight" la chitarra ritmica su "Living The Dream" e le armonizzazioni dei cori così delicate ed eleganti. Se eravate rimasti affascinati dalla parte più hard rock della tracklist non disperate, ce n'è ancora, ascoltatevi "Arrival".
Insomma avevamo raccomandato di tenerli d'occhio e non ci hanno delusi; un buon sequel per i King Company, non ci resta che aspettarli dal vivo in Italia, anche se per ora i loro canali ufficiali annunciano solo date Finlandesi.