Sono passati sei anni da quando Aldo Lonobile (chitarrista e fondatore dei Secret Sphere) ha deciso di fondare, insieme ad un gruppo di amici e musicisti scelti appositamente, i Kings Of Broadway, al fine di esprimere al meglio la propria attitudine hard rock. Dal 2011 a oggi la band ha lavorato per mettere a punto la sua proposta, trovando prima un cantante in grado di esprimere ogni sfumatura sonora pensata da Lonobile e poi realizzando i dieci brani che vanno a comporre l'omonimo album di debutto della band.
I Kings Of Broadway si presentano quindi con un sound moderno e potente. Partendo dalla performance vocale di Tiziano Spigno, vero protagonista di "Kings Of Broadway", la sua voce potente, graffiante e leggermente sporca risulta perfetta per il tipo di brani proposti, sia nei pezzi più tirati che nei passaggi più pacati ed emozionanti. Uno degli aspetti migliori dell'album è proprio questo: pur rimanendo nel solido background dell'hard rock moderno, la band riesce a proporre con grandi risultati diverse tipologie di canzoni, passando da vere e proprie sfuriate martellanti a riuscitissime power ballad. Dietro l'impressionante voce di Spigno, il motore di ogni brano sono le sei corde di Lonobile che ha il grande pregio di rendere accessibili pezzi ben scritti e strutturati, seppur relativamente semplici. I suoi riff granitici, gli assoli e le potenti distorsioni caratterizzano ogni traccia e portano avanti il lavoro in maniera egregia, senza nessuna caduta di rilievo durante tutta la durata dell'album. Notevole è anche il contributo di Ricky Messeri, J.J. Andreone e Luca Cartasegna che tessono una solida base a beneficio dei compagni.
L'album si apre con i colpi di grancassa di Cartasegna nell'intro di "First Day Of My Life", brano che presenta alla perfezione il sound della band. A strofe incalzanti e quasi claustrofobiche si alterna un ritornello più aperto, prima dell'ottimo assolo. Sulla stessa lunghezza d'onda sono la più dinamica "Berserk" e il gioiellino "Shallow Ground", brano più cupo e con un break centrale interessante quanto riuscito. Dopo la più orecchiabile "Quantum Leap", la prima pausa è dettata dalla power ballad "Never Enough", in cui Spigno si mette in mostra con un cantato più pulito e melodico, aderendo con cura al brano. Si torna a premere sull'acceleratore con i riff da stadio di "Iron Lady" e la devastante "Dancing On The Edge Of Time", prima che vengano toccati alti picchi di emozionalità con "Through It All". Dopo "Hit The Ground", a chiudere l'album è l'ottima cover di "Counting Stars", hit degli One Repubblic del 2013.
L'album di esordio dei Kings Of Broadway è la dimostrazione pratica della massima secondo cui il tanto lavoro paga. Dopo anni di composizione e registrazione dei brani, la band propone un album fresco e potente, il cui maggior pregio è quello di intrecciare con sapienza l'accessibilità dei brani ad un songwriting ed una tecnica di buonissimo livello. Degna di nota è anche la produzione cristallina, che mette in risalto la bravura di tutti i musicisti. Ci auguriamo a questo punto che non debbano passare altri sei anni prima di poter ascoltare il successore di questo ottimo album di debutto.