Kings Of Broadway
Kings Of Broadway

2017, Pride & Joy Music
Hard Rock

I Kings Of Broadway propongono un album fresco e potente, il cui maggior pregio è quello di intrecciare con sapienza l'accessibilità dei brani ad un songwriting ed una tecnica di buonissimo livello.
Recensione di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 22/04/17

Sono passati sei anni da quando Aldo Lonobile (chitarrista e fondatore dei Secret Sphere) ha deciso di fondare, insieme ad un gruppo di amici e musicisti scelti appositamente, i Kings Of Broadway, al fine di esprimere al meglio la propria attitudine hard rock. Dal 2011 a oggi la band ha lavorato per mettere a punto la sua proposta, trovando prima un cantante in grado di esprimere ogni sfumatura sonora pensata da Lonobile e poi realizzando i dieci brani che vanno a comporre l'omonimo album di debutto della band.

 

I Kings Of Broadway si presentano quindi con un sound moderno e potente. Partendo dalla performance vocale di Tiziano Spigno, vero protagonista di "Kings Of Broadway", la sua voce potente, graffiante e leggermente sporca risulta perfetta per il tipo di brani proposti, sia nei pezzi più tirati che nei passaggi più pacati ed emozionanti. Uno degli aspetti migliori dell'album è proprio questo: pur rimanendo nel solido background dell'hard rock moderno, la band riesce a proporre con grandi risultati diverse tipologie di canzoni, passando da vere e proprie sfuriate martellanti a riuscitissime power ballad. Dietro l'impressionante voce di Spigno, il motore di ogni brano sono le sei corde di Lonobile che ha il grande pregio di rendere accessibili pezzi ben scritti e strutturati, seppur relativamente semplici. I suoi riff granitici, gli assoli e le potenti distorsioni caratterizzano ogni traccia e portano avanti il lavoro in maniera egregia, senza nessuna caduta di rilievo durante tutta la durata dell'album. Notevole è anche il contributo di Ricky Messeri, J.J. Andreone e Luca Cartasegna che tessono una solida base a beneficio dei compagni.

 

L'album si apre con i colpi di grancassa di Cartasegna nell'intro di "First Day Of My Life", brano che presenta alla perfezione il sound della band. A strofe incalzanti e quasi claustrofobiche si alterna un ritornello più aperto, prima dell'ottimo assolo. Sulla stessa lunghezza d'onda sono la più dinamica "Berserk" e il gioiellino "Shallow Ground", brano più cupo e con un break centrale interessante quanto riuscito. Dopo la più orecchiabile "Quantum Leap", la prima pausa è dettata dalla power ballad "Never Enough", in cui Spigno si mette in mostra con un cantato più pulito e melodico, aderendo con cura al brano. Si torna a premere sull'acceleratore con i riff da stadio di "Iron Lady" e la devastante "Dancing On The Edge Of Time", prima che vengano toccati alti picchi di emozionalità con "Through It All". Dopo "Hit The Ground", a chiudere l'album è l'ottima cover di "Counting Stars", hit degli One Repubblic del 2013.

 

L'album di esordio dei Kings Of Broadway è la dimostrazione pratica della massima secondo cui il tanto lavoro paga. Dopo anni di composizione e registrazione dei brani, la band propone un album fresco e potente, il cui maggior pregio è quello di intrecciare con sapienza l'accessibilità dei brani ad un songwriting ed una tecnica di buonissimo livello. Degna di nota è anche la produzione cristallina, che mette in risalto la bravura di tutti i musicisti. Ci auguriamo a questo punto che non debbano passare altri sei anni prima di poter ascoltare il successore di questo ottimo album di debutto.





01. First Day Of My Life
02. Beserk
03. Shallow Ground
04. Quantum Leap
05. Never Enough
06. Iron Lady
07. Dancing On The Edge
08. Through It All
09. Hit The Ground
10. Counting Stars (One Republic cover)

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