Klimt 1918
Sentimentale / Jugend

2016, Prophecy Records
Alternative Rock

Il sangue di Roma che pulsa nel cuore della Berlino del 1970: il doppio lungamente atteso ritorno dei Klimt 1918.
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 28/11/16

La parabola dei romani Klimt1918 è di quelle che vale la pena raccontare.
Nati agli albori del nuovo millennio, hanno raccolto consensi via via sempre più crescenti di critica e pubblico grazie ad un misto tremendamente convincente di shoegaze novantiano, darkwave ottantiana ed alternative rock che richiamava direttamente nientemeno che i primi U2, plasmando un suono dalla spiccata identità e personalità, via via sempre più stemperato dalle incursioni heavy degli esordi.
Un consenso che ha raggiunto il culmine quando svariati estratti dei due precedenti "Dopoguerra" (2005) e "Just In Case We'll Never Meet Again" (2008) furono inseriti nella app Stereomood agli albori dello streaming musicale, facendo ottenere ai ragazzi un crescente supporto internazionale, anche e soprattutto negli Stati Uniti D'America.

 

Di "Sentimentale Jugend" si iniziò a discutere fisiologicamente agli inizi degli anni '10 come di un'opera ispirata alle atmosfere de "I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino" ed alla leggendaria trilogia discografica berlinese di David Bowie, nonché all'omonimo progetto discografico di Alexander Hecke con la compagnia di allora Christiane F. Ma poi gli anni sono passati inesorabili, e con essi le canzoni che, brano dopo brano, sono arrivate ad occupare uno spazio troppo grande per un solo disco.

 

Ecco, dunque, che oggi ci troviamo tra le orecchie un bulimico album gemellare omozigote, ma non siamese.
"Sentimentale" è il maschio, nonché il naturale successore di "Dopoguerra", dal quale riprende la struttura solenne e marziale; non è un caso, in questo inciso, che il tema portante venga espresso nella magnifica doppietta iniziale "Montecristo" e "Comandante", dove le atmosfere sanno subito di fumo e polvere, e la tragedia incombe dietro ad ogni ritornello declamato con fiera rassegnazione, per un conflitto che si conclude solo nella politica "Gaza Youth".
"Jugende", invece, è la femmina che riceve in eredità quelle melodie in levare tipiche di "Just In Case We'll Never Meet Again" e quella dolcezza consolatoria, ma non risolutiva.
Entrambi con eccezioni che confutano la tesi appena espressa ("Ciudad Lineal" su "Jugend", con le sue trame goth doom di ispirazione anglosassone primi ‘90s, è il brano più cupo e pessimista mai composto dai Klimt 1918, mentre "Take My Breath Away" su "Sentimentale", versione ultra-spleen della theme song dell'iconico film "Top Gun" originalmente interpretata dai Berlin, è un'incursione inevitabilmente pop), i due dischi si abbracciano per un sound caratterizzato da un uso sovrabbondante di delay nelle chitarre e di echi e controcanti nelle voci di Marco Soellner, rendendo il quadro incredibilmente nebbioso, oscuro, indefinito e, proprio per questo, affascinante. Esattamente come le cover dei dischi, mai come in questo caso rappresentative di una "immagine" effettivamente concretizzata nell'anima del prodotto, i dischi sono contemporaneamente sospesi e sognanti, e tremendamente terrigni ed opprimenti.

 

I pregi dell'operazione sono molteplici, e tutti facilmente elencabili.
Si potrebbe cominciare con l'affermare che il peccato originale del disco precedente (l'alternare momenti di vertiginosa beatitudine ad episodi di ignorabile mestiere) viene definitivamente mondato, ed il dito si terrà ben lontano dal tasto "skip" per tutti gli oltre 100 minuti di durata complessiva della doppietta discografica, restituendoci brani di qualità che vanno dal buono all'ottimo. Certo, magari manca l'eccezionale, ma ogni ascoltatore potrà facilmente trovare sia in "Sentimentale" che in "Jugend" brani da inserire di diritto nel proprio greatest hits personale dei Klimt 1918 (noi vi suggeriamo "Nostalghia").
Quindi, la perfetta resa artistica dell'operazione: la Berlino degli anni '70 vive e pulsa in questo lavoro grazie ad un amore ed una passione per la nostra Roma, un'ispirazione evidente tanto nei titoli dei lavori, quanto su "Stupenda E Misera Città", lettura musicata del primo canto de "Il Pianto Della Scavatrice" di Pasolini in cui i Klimt interpretano i Massimo Volume iniettandoli di un deliziosamente molesto romanticismo. E questo fatto di riuscire a dipingere un freddo scenario con i colori di un panorama mediterraneo è un talento raro ed unico.
Infine, pur suonando Klimt 1918 al cento per cento, "Sentimentale" e "Jugend" sono dischi che sono comunque diversi da ogni cosa fatta in precedenza dalla band, proprio per quella nebbia che non lascia vedere quei volti nelle copertine dei dischi, volti che comunque sono rivolti verso un costante altrove, lontano dai nostri occhi di ascoltatori.

 

Le aspettative di una lunga, estenuante attesa vengono dunque ripagate nel migliore dei modi: oggi i Klimt 1918 sono una band ispirata e che si è saputa evolvere, e proprio per questo merita di riconquistare ed addirittura ampliare il consenso che può essere andato perso in questa epoca dove tutto è spesso effimero, anche l'amore che possiamo riservare per una canzone. Ma l'amore dei Klimt 1918 è di tipo diverso: è quello antico, è quello destinato a vivere e perdurare anche nel vuoto dell'assenza, è quello in grado di migliorare gli ascoltatori.

 

Bentornati!





Sentimentale

 

01. Montecristo
02. Comandante
03. La Notte
04. It Was To Be
05. Belvedere
06. Once We Were
07. Take My Breath Away
08. Sentimentale
09. Gaza Youth (Exist/Resist)

 

Jugend

 

01. Nostalghia
02. Fracture
03. Ciudad Lineal
04. Sant'Angelo (The Sound & The Fury)
05. Unemployed & Dreamrunner
06. The Hunger Strike
07. Resig-nation
08. Caelum Stellatum
09. Juvenile
10. Stupenda E Misera Città
11. Lycans (bonus track deluxe edition)

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool