"Kna'an" è un lavoro che nasce come una riproposizione moderna ideata dalla mente del regista Walter Wayers della storia biblica di Adamo.
Le dichiarate intenzioni da soundtrack trovano sfogo nell'operato di Kobi Farhi e Erez Yohana (Amaseffer) che utilizzano strumenti etnici accompagnati da orchestrazioni, vocalizzi e altre textures con l'intento di creare un'atmosfera suggestiva.
Tra ballate, intermezzi e parti rock la proposta dell'ensemble riesce solo parzialmente nell'intento, facendo ricorso agli ormai noti arrangiamenti basati pesantemente sulla musica tradizionale delle proprie terre.
Le sezioni più rock ed heavy sembrano outtakes della band madre del cantante, e non rimane difficile scorgere soluzioni simili a quanto ha già da offrire il catalogo degli Orphaned Land.
Le varie parti tra loro non sempre coese e coerenti, e sebbene ciò sarebbe digeribile in un contesto di supporto a uno spettacolo, la mancanza di ogni tipo di immagine rende qui una storia divisa in diversi atti un lavoro fumoso e molto aleatorio. Rimangono i buoni momenti come l'incipit ossessivo che sfocia nel refrain accattivante di "There is No God For Ishma'el", l'atmosfera da soundtrack hollywoodiana mista a rock '90 di "Akeda" e la buona ballad dalle tinte scure "Naked - Sarah And Abraham".
La realizzazione è visibilmente meno curata rispetto a una normale release della band mediorientale, a partire dall'artwork fino ad arrivare alla produzione. Gli strumenti più canonici (escluse le chitarre acustiche) sono parecchio sacrificati, probabilmente per tentare di dare risalto al resto, privando però il lavoro di quella sensazione di unità che avrebbe aiutato anche gli intenti evocativi ricercati dall'ensemble. Il sound meno appropriato rimane quella della batteria: risulta francamente poco comprensibile il perché siano stati scelti suoni simili quando tutto il resto del materiale è presentato in maniera organica e naturale, soprattutto contando che il concept narrato richiederebbe una certa dinamica, rendendo la scelta di suoni così marziali inappropriata e controproducente. Inoltre, bisogna tenere a mente che non si tratta di un progetto metal tout court e che non richiede dunque l'obbligata adesione ad alcuni precisi canoni sonori, a meno che, beninteso, nell'entourage di chi ha lavorato al progetto non ci sia stata una volontà a non deludere in nessun modo chi di solito è avvezzo a sonorità più dure.
Concludendo, "Kna'an" è un lavoro che i fan più fedeli degli Orphaned Land potranno apprezzare, mentre per impressionare favorevolmente tutti gli altri non basteranno più le solite scale esotiche.
Un lavoro interlocutorio in attesa della prossima vera prova del combo capitanato da Kobi Farhi.