Sagre paesane o unte taverne non importa: tra birra, salsiccia, pancetta e vodka, i Korpiklaani presenziano onnipotenti. Vittime di un colossale ego compulsivo, terrificante catena di montaggio capace di produrre nove dischi in appena dodici anni, i finnici neanche in questo 2017 lasciano a bocca asciutta legioni di defenders pronti a idolatrarne le gesta. Icone del folk metal in compagnia di Finntroll, Turisas ed Ensiferum (sebbene di valore globale lievemente inferiore), i Korpiklaani, divenuti un rilevante punto di riferimento per gli appassionati del genere, ottengono ormai da più di due lustri consensi sempre numerosi e in continua crescita.
Per la prima volta i nostri pubblicano una testimonianza ufficiale della dimensione perfettamente congeniale allo spirito goliardico della band: "Live At Masters Rock", doppio live accompagnato da un dvd e registrato nel 2014 e nel 2016 durante il celebre festival ceco, certifica l'impatto on stage della formazione finlandese. La collaborazione di alcuni ospiti, ovvero il violinista Tero Hyväluoma e il fisarmonicista Toni Perttula, gemello di Sami, ingrossano le fila del gruppo, rendendo la performance generale piuttosto trascinante, come da tradizione targata Korpiklaani: entrambi i concerti risultano apprezzabili soprattutto per l'interazione con la scatenata platea, aspetto che circonfonde l'evento di un'aura festaiola, all'insegna dell'allegria e della spensieratezza.
La scaletta esibisce fortunatamente una tavolozza policroma di brani, pescando in larga copia sia dal materiale attuale in lingua madre che dai primi lavori, in particolare il trittico "Spirit Of The Forest", "Voice Of The Wilderness" e "Tales Along This Road", probabilmente i pilastri dell'intera discografia del combo. Sebbene l'assenza di "Cottages And Saunas" e "Midsummer Night" non passino inosservate, tuttavia pezzi quali "Vodka", "Beer, Beer" e "Happy Little Boozer" riscattano qualche sbadataggine in sede di progettazione complessiva, preservando il mood alcolico e piacevolmente stereotipato dei barbuti musicisti, guasconi in grado di fomentare un pubblico già predisposto al divertimento.
Nessuna traccia d'accompagnamento, niente cori, zero samples: ridondanze superflue in sede live, per un Clan Della Foresta che esibisce un'anima spoglia degli orpelli dello studio di registrazione, avvalendosi esclusivamente del carisma e della perizia strumentale dei propri membri e della connaturata capacità di saper tenere mirabilmente il palco. Grande merito va riconosciuto anche a Svante Forbäck (Rammstein) in fase di masterizzazione: il mediocre mixaggio curato dallo stesso frontman Jonne Järvelä poneva le basi per un bootleg scadente, rischiosa aggravante nei confronti di un prodotto dalla durata eccessiva, forse vero coté negativo dell'intera operazione.
Gradevole passatempo dunque per i fan dei nordici menestrelli, in stadio di lodevole pausa dopo l'ultimo "Noita" (2015), disco maturo e ricco di variazioni rispetto al classico sound dell'act di Lahti. Intanto, in attesa di un nuovo platter, in alto calici, boccali e bicchierini: la vitalità regna sovrana nell'universo Korpiklaani.
"Vodka, wipes away your tears
Vodka, removes your fears
Vodka, everyone is gorgeous
Vodka, yeah vodka"