Terzo studio effort per gli italo-inglesi Lef, terza escursione nel mondo della new wave con l'ausilio di elettroniche e vibrazioni degli anni 0. Di natura duale come il suo predecessore "Doppelganger", "New Vague 15" unisce alienati e accelerati scenari musicali britannici a testi e ispirazioni di stampo cinematografico, esplorando questa volta quella nouvelle vague che risuona già nel gioco di parole stampato in copertina.
Le citazioni si sprecano, dalle immancabili corse su singola corda che tanto fanno anni '80 (a volte anche su singola nota, come su "Can't Save The World Without You"), a tante riverberate barriere sonore che sanno di post-punk. Il tutto, però, finisce presto per infrangersi contro una sostanziale assenza d'emozione, con tonalità che cercano esasperatamente d'essere teatrali finendo solo per farsi molestamente pompose e affannate (ne è un buon esempio la title track), con testi che mischiano italiano e inglese in un pastiche davvero poco convincente ("Non ho mai visto il mare, ma ora chiudo gli occhi, I see the ocean, I see the ocean" da "4 volte 100", o "Il tuo pianeta entrò nella mia orbita attraverso le mie orbite, penetrandole" da "21 grammi").Una confusa e maldestra conferma che intellettuali velleità a volte non bastano a risollevare le sorti di un album, quando è la vera sostanza (la melodia, la musicalità) a latitare.