Leslie West
Still Climbing

2013, Mascot Records
Hard Rock

Recensione di Nicolò Rizzo - Pubblicata in data: 05/12/13

Siamo nel lontano 1996, quando ad un raduno leghista il Senatùr, nel pieno della sua grinta di puro padano, pronuncia il celeberrimo “MA NOI DELLA LEGA CE L'ABBIAMO DURO!”, destinato a diventare un vero e proprio motto del partito. Un po' di anni dopo, un Bossi molto più vecchio e malconcio, biascica un sobrio “Noi della lega ce l'abbiamo ancora duro...”, commentando la loro impennata nei sondaggi. Ora, oltre ad affermare la propria lotta costante alla disfunzione erettile, il grido bossiano dà un chiaro messaggio: sono ancora quello di una volta. Senza voler fare alcun paragona tra Leslie West e il teatrino delle marionette leghista, il messaggio che traspare in “Still Climbing”, già dal titolo, è fin troppo chiaro: Leslie West, nell'ambito della lotta all'impotenza, è assolutamente leghista.

Riprendendo il titolo dello storico album “Climbing” degli altrettanto storici Mountain, Leslie vuole fare sapere al mondo di essere in forma, con una carica effettivamente impressionante. Chitarrista dalla tecnica notevole, capace di passare con facilità dal blues al metal, e cantante dalla potenza vocale impressionante, West è un personaggio a cui va riservato un rispetto assoluto. Ascoltando “Still Climbing” però, si ha la sensazione che qualcosa non sia andato nel verso giusto e, ascoltandolo meglio, ci si accorge che quel qualcosa non funziona proprio perché non c'è. Ispirazione, novità, sentimento, nostalgia: tutte cosa che non ci sono, o se sì, solo in minima parte. Quello che si respira è solo un'immensa grinta e vitalità, assolutamente ben gradita, ma forse non sufficiente per regalare qualcosa che possa lasciare una traccia di nota indelebile nell'orecchio dell'ascoltatore.

La letale collaborazione con Mark Tremonti in “Dyin' Since The Day I Was Born” è un mix che sorprende con cautela (le collaborazioni con Slash avevano già prodotto risultati molto simili) ma che non manca di turbare, forse per quel qualcosa che non quadra tra gli armonici di Tremonti e la voce di Leslie West, che è molto più consona ad un classicone come “Busted, Disgusted or Dead” (ennesima collaborazione, questa volta con John Winter), in cui ci regala un rock da deserto del Nevada decisamente più convincente. In effetti ci sono delle parentesi niente male, come ad esempio la delicata “Fade Into You”, la suadente “Tales Of You” e l'organo di “Long Red” (un pezzo che funziona alla grande), che però non riescono a sollevare l'album da una pura condizione di narcisismo fine a se stessa.

“Still Climbing” è un album potente, con il puro intento di comunicarci che Leslie West è in piena forma. Propria questa grinta però rischia di essere il suo difetto più grande, rischiano di far scivolare quello che potrebbe essere un bel disco in un ammasso di ego ben confezionato. O forse sono semplicemente un sentimentale, e mi aspetto che tutti in tarda età, al posto dell'inflazionata “Feeling Good” (dopo i Muse, tutto il resto è noia), siano in grado di far splendere una “Hurt” come è stato in grado di fare Johnny Cash. Nel frattempo, posso dirvi una cosa con certezza: Leslie West “ce l'ha duro”!



01. Dyin’ Since The Day I Was Born
02. Busted, Disgusted Or Dead
03. Fade Into You
04. Not Over You At All
05. Tales of Woe
06. Feeling Good
07. Hatfield Or McCoy
08. When A Man Loves A Woman
09. Long Red
10. Don’t Ever Let Me Go
11. Rev Jones Time (Somewhere Over the Rainbow)

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