Fa sempre piacere parlare di progetti validi che partono quasi in sordina per poi evolversi negli anni e coinvolgere sempre più musicisti, sviluppandosi come vere e proprie band dall'identità precisa. Tra gli esempi recenti, non possiamo non includere gli Jono. Nati come creatura solista di Johan Norrby (proprio da lui deriva il nome), negli ultimi anni, nei quali sono stati pubblicati ben tre album, il gruppo si è allargato sempre di più, includendo infine il chitarrista Stefan Helleblad e il batterista Nicka Hellenberg, provenienti dai Within Temptation. Il trio ha lavorato negli ultimi mesi ad una serie di brani che sono poi andati a formare il quarto disco degli Jono, "Life".
Il presente lavoro, di chiaro stampo progressive, si muove comunque tra diverse anime, avendo al suo interno anche molte componenti melodiche. Il maggiore pregio di "Life" è proprio quello di creare, in ogni singolo pezzo, atmosfere chiaramente ispirate ai Queen e a Meat Loaf, pur su una sezione ritmica per nulla scontata. Il massiccio uso di tastiere e piano rende l'album nel complesso piacevole, anche se bisogna ammettere che durante l'ascolto le sensazioni di déjà vu sono diverse e che l'impostazione e lo sviluppo dei singoli pezzi segue, con pochissime eccezioni, il medesimo modello. Fin dal primo brano, "Sailor" viene tracciata la linea su cui verrà sviluppato tutto il disco. La traccia è costruita sull'ottima performance dietro le pelli di Nicka Hellenberg, mentre piano e chitarre lo scolpiscono ulteriormente, lasciando come protagonista la voce alta e pulita di Norrby. Tra le eccezioni troviamo pezzi in cui il minutaggio medio si alza, in cui vengono toccati veri e propri estremi prog, senza mai tralasciare la componente melodica. Tra questi si segnalano "Down Side" con i suoi riff cavalcanti e "Trust". Discorso a parte merita invece "To Be Near You", magnifico brano in crescendo, ulteriormente valorizzato da un assolo da pelle d'oca.
"Life" è un album ben scritto, suonato e prodotto, che sarà amato dagli avvezzi al genere. Unico neo le basi di difficile ascolto, non certo adatte ad un ascoltatore occasionale e una certa mancanza di varietà. Rimane in ogni caso un lavoro discreto, con cui Johan Norrby ha nuovamente messo in campo la sua passione e tutto l'entusiasmo che ha per questo meritevole progetto.