Lo!
The Tongueless

2015, Pelagic Records
Post Metal

Recensione di Lorenzo Zingaretti - Pubblicata in data: 21/02/15

Vi piace il post-metal? Non resistete ad accaparrarvi tutto quello che esce sotto l'egida della Pelagic Records, casa discografica guidata da Robin Staps (“padrone” dei The Ocean, uno dei gruppi più importanti della scena europea dell'ultima decade)? Allora fate assolutamente vostro “The Tongueless”, il nuovo EP dei Lo!, e avrete pane per i vostri denti.

Ecco, la recensione potrebbe pure chiudersi qui, perché chi segue da un po' la suddetta Pelagic sa già benissimo a cosa si va incontro ascoltando un qualsiasi album composto dalla maggior parte dei gruppi dell'etichetta: riffoni di chitarra, sferzate veloci e momenti di decadenza, grosse atmosfere e urla che raccontano il malessere dell'uomo moderno nel suo rapporto con lo spirito e la madre Terra. Le sfumature all'interno del roster non mancano, per carità, così come qualche reale eccezione (i giapponesi Mono oppure i Dioramic), ma il quadro resta decisamente compatto e senza grosse variazioni sul tema. Il che, intendiamoci, non deve essere visto per forza come un difetto: una casa discografica che si situa in un preciso segmento del mercato discografico aiuta gli ascoltatori più bisognosi di punti di riferimento. Se dovessi fare un paragone, potrei dire che la Pelagic ricorda molto quello che è stata l'Hydra Head tra la fine degli anni '90 e l'inizio del nuovo millennio per la scena -core americana.

Ma parliamo anche un po' del disco in questione. Gli australiani Lo!, che per dovere di cronaca hanno di recente sostituito il cantante dopo due full length, si piazzano sulla scia di gruppi quali The Ocean (non l'avreste mai detto, eh?), ma anche Breach – per chi non lo sapesse, i padrini di tutta 'sta gente – e i mitici Old Man Gloom, uno dei tanti side project del sottobosco post-qualcosa, nei quali si cimentano in particolare Aaron Turner ex-Isis (no, non quell'Isis...), Nate Newton dei Converge e Caleb Scofield dei Cave In. Insomma, in quanto a muse ispiratrici siamo messi piuttosto bene. E cosa ci resta, dopo aver ascoltato le quattro tracce di “The Tongueless”? Senza dubbio si tratta di un buon prodotto, soddisfacente per chi cerca certe sonorità, con una discreta alternanza tra bordate metalliche e fasi più ragionate, pur nei limiti di un minutaggio per forza di cose contenuto. In particolare colpiscono “Orca”, pezzo per il quale esiste anche un ameno videoclip, e “Megafauna”, che con l'arpeggio iniziale su cui si instaura un cantato sporco e straziante riesce quasi a catapultarci dentro “Kollapse”, ovvero l'eredità più preziosa lasciataci dai già citati Breach.

Direi che il target del dischetto ormai è più che chiaro: non si tratta certo dell'album che rivoluzionerà il genere, ma può comunque essere considerato un piacevole antipasto mentre si aspettano portate più sostanziose, siano esse sfornate dagli stessi Lo! - una volta assimilato completamente il cambio dietro al microfono – o dai loro colleghi più blasonati.




01.No Contrition

02.Orca

03.Litmus Beings

04.Megafauna

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