Hideous Divinity
LV-426 [EP]

2021, Century Media Records
Technical/Brutal Death Metal

Forte dei propri punti fermi, la band laziale illustra un concept ispirato al film "Aliens" attraverso un approccio più cinematografico ed espressivo.
Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 22/04/21

Il formato intrigante dell'EP permette, a seconda dei casi, di farsi conoscere, di sperimentare qualcosa di nuovo, di assorbire meglio, vista la durata esigua, un eventuale fallimento compositivo. Gli Hideous Divinity lo utilizzano in maniera peculiare, dal momento che i due brani inediti di "LV-426" costituiscono un mini concept nel quale viene narrata la storia di Rebecca "Newt" Jordan, la bambina salvata da Ellen Ripley nel film "Aliens" di James Cameron; una vicenda, però, vista dalla prospettiva della fanciulla e che si inserisce, a mo' di sottotrama, nel fortunato franchise fantascientifico. Musicalmente, l'act nostrano riprende le fila del discorso dal precedente "Simulacrum" (2019), ma con una sottile differenza che sorprende soltanto i distratti, considerate le spie disseminate nello scorso lavoro: il sound appare più solenne e atmosferico, emerge una maggiore tensione dinamica, gli assoli, come le pause, si allungano, la spina dorsale technical/brutal death vive di un calore melodico che stinge in parte l'asetticità naturale del genere.
 
Un approccio cinematografico ed espressivo, dunque, adatto allo scenario minaccioso di una delle tre lune del pianeta Calpamos e subito percepibile dall'opener "Acheron, Stream Of Woe", un misto di grandezza epica e furia oscura, inframmezzato da fraseggi di foggia nera e pulsazioni elettroniche che richiamano il main theme del primo capitolo della saga. "Chestburst", invece, galoppa a velocità febbrile, seguendo la corsa assassina degli Xenomorfi impegnati a dare la caccia alla squadra dei marines coloniali, con le intermittenze sci-fi dei sintetizzatori a gelare il sangue degli inermi ascoltatori.
 
Di rilievo e sofisticata, infine, la reinterpretazione, dai Coheed And Cambria, di "Delirium Trigger", il cui scheletro originale appare rimpolpato da una violenza lucida e mai fine a sé stessa, capace di aprirsi, nella sezione centrale, all'ingresso di un magnetico pianoforte, proprio a rimarcare la conclamata versatilità del gruppo laziale. Superbo il growling di Enrico "H." Di Lorenzo e impeccabile la prestazione del quartetto tutto, che ancora una volta si avvale, per la produzione, di Stefano Morabito e dei suoi 16th Cellar Studio, una garanzia in ambito estremo, italiano e non.
 
"LV-426" costituisce l'ennesima testimonianza della qualità della proposta degli Hideous Divinity, band che, oltre a progredire a vista d'occhio, è ormai un punto di riferimento stabile del metal tricolore e una delle realtà di maggior interesse del panorama internazionale. Chissà cosa ci riserveranno per il prossimo album...




01. Acheron, Stream Of Woe
02. Chestburst
03. Delirium Trigger (Coheed And Cambria cover)

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